“Potevo andare all’Inter”: le parole dell’ex Milan sorprendono

“Scusami se non ti ho risposto prima… ‘risposto’ si dice, vero?!”. A sentirlo parlare, sembra che Ricardo Rodriguez non abbia mai lasciato l’Italia.

In realtà sono passati anni dal suo addio al Milan, ma il ricordo di quella parentesi rossonera resta vivido. Arrivato nell’estate 2017, fortemente voluto da Massimiliano Mirabelli, l’ex Wolfsburg era uno dei tasselli del nuovo corso firmato Yonghong Li. Le sue parole a Calciomercato.com.

La rivelazione di Rodriguez

Dopo cinque anni e mezzo in Germania volevo cambiare, fare un’esperienza diversa. Il Milan mi aveva cercato con decisione. Mirabelli mi seguiva da tempo, prima ancora di approdare in rossonero. Qualche mese prima avevo parlato anche con l’Inter, con Ausilio, ma Mirabelli mi ha voluto davvero”.

Il Milan stava vivendo una fase di rifondazione, con un mercato estivo massiccio: dieci acquisti, tante aspettative e altrettante difficoltà. Dal primo giorno ci dissero che l’obiettivo era lo scudetto, ma con tanti nuovi innesti non è facile creare una squadra in poco tempo. E quel tempo non l’abbiamo avuto”.

Saelemakers al Betis? Possibile scambio con Guido Rodriguez
La rivelazione di Rodriguez (ANSA) – SpazioMilan

Eppure l’inizio di Rodriguez fu promettente. Al debutto segna su punizione contro il Craiova in Europa League. “Era la mia zona di campo, non ci sarebbe potuto essere esordio migliore. Mi conoscevano: a Wolfsburg ero il primo nella gerarchia dei tiratori, davanti a De Bruyne e Diego. Al Milan c’erano Calhanoglu, Suso, Montolivo, Bonaventura… gente brava. Alla fine l’allenatore ha fatto altre scelte”.

Da Montella a Gattuso, il passaggio di consegne fu anche uno spartiacque nella sua esperienza. “Montella era un buon tecnico, ma in quel momento le cose non andavano. Non abbiamo avuto tempo. Con Gattuso era diverso: bravo, ma tosto. A volte volavano schiaffi… e anch’io ne ho presi, racconta con un sorriso amaro.

L’intesa nello spogliatoio però non mancava. “Io, Calhanoglu, Borini e Kessie avevamo legato molto. C’era un bel gruppo”.

Poi, nel 2019, arriva Theo Hernandez e cambia tutto. “Quell’anno iniziò Giampaolo, ho giocato le prime partite ma ha preferito Theo. Pioli è sempre stato corretto con me, ma era chiaro che il titolare sarebbe stato lui. Capivo che mi vedevano solo come vice Theo, così ho deciso di andare via”.

Quella maglia rossonera, però, Rodriguez non l’ha dimenticata. Né il gol da ex segnato col Torino proprio al Milan. “Ho esultato. Era l’ultima in casa, sapevo che Juric sarebbe andato via e io con lui. Era un modo per chiudere un cerchio”.

Giulia Bianchi

Cresciuta a pane, calcio, basket e bistecca dal 1997. Collaboro con il network Nuovevoci da anni e lavoro per DAZN, cercando di trasformare ogni evento in una narrazione coinvolgente. Quando non sono al computer o allo stadio amo esplorare i paesi nordici e perdermi nei mondi fantastici del cinema fantasy, da sempre fonti inesauribili di ispirazione. Oltre alle maglie da calcio vintage colleziono scarpe, mie piccole ossessioni. Giornalista Pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana con tessera n. 17899
Gestione cookie