Nuovo San Siro, Scaroni sicuro: “Sono ottimista”

Continua a tener botta la diatriba legata al nuovo stadio per Milan e Inter: il presidente Scaroni si mostra ottimista ma la trattativa non è chiusa

Per tornare grande e poter competere economicamente con le big del calcio europeo, il prossimo passo dovrà essere necessariamente dotarsi di un impianto di proprietà. Non solo per potersi assicurare le entrate del botteghino ma anche per tutto l’indotto che genera: ristoranti, bar, tour pagati etc. Oltre, ovviamente al ritorno d’immagine e quindi introiti dalle sponsorizzazioni. Per capirne la portata, basti pensare che la Juventus in pochi anni era tornata a essere una delle prime squadre europee, in grado di poter spendere cifre a 3 zeri per i cartellini dei giocatori e portare in Italia gente come Cristiano Ronaldo.

Nonostante però la volontà delle proprietà, il nodo principale resta legato alla burocrazia italiana, lenta ed eccessivamente zelante sulle questioni edilizie.

Milan, per il nuovo stadio non è solo questione economica

Work in progress. Io sono sempre ottimista“. Così, all’uscita da Palazzo Marino, Paolo Scaroni — presidente del Milan — ha concesso poche parole, riportate dall’edizione odierna di TuttoSport, ma un segnale chiaro: il clima è costruttivo. Tuttavia, tra Comune e club restano diversi nodi da sciogliere. Il cuore della questione è economico e ruota intorno a due parole chiave: prezzo e perimetro.

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Milan, per il nuovo stadio non è solo questione economica (lapresse)-spaziomilan.it

Il Comune vuole che siano i club a pagare tutti i costi per bonificare l’area (cioè sistemare eventuali problemi ambientali) e demolire lo stadio San Siro. Il sindaco Sala è chiaro su questo punto, ma i club non sono ancora d’accordo. Stanno ancora discutendo su chi dovrà coprire queste spese. Il punto centrale è che non si stanno solo chiedendo: “Quanto vale l’area?” ma anche: “Quanto siamo disposti a pagarla, considerando tutte le spese extra che ci toccherà affrontare?”. In più, sorge anche una questione politica e d’immagine.

Milan, ora Sala apre anche ai fondi

Oltre ai problemi tecnici ed economici, c’è anche una questione politica. Il sindaco Sala sa che vendere lo stadio Meazza non è solo una decisione pratica, ma anche un gesto simbolico importante. E pesa il fatto che Inter e Milan oggi siano controllati da fondi stranieri (RedBird per il Milan e Oaktree per l’Inter), che pensano soprattutto alla sostenibilità economica e al futuro profitto e meno al legame con la città.

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Milan, ora Sala apre anche ai fondi (lapresse)-spaziomilan.it

All’inizio, il Comune, riporta sempre TuttoSport, voleva che fossero i club, e non solo i fondi, a gestire in prima persona l’acquisto dello stadio. Ma ora questa richiesta sembra meno urgente. Esiste già una società chiamata “M-I Stadio”, controllata da Inter e Milan, e il Comune pare disposto a usare quella come base per l’operazione. È un cambio di atteggiamento rispetto a quando l’Inter era in difficoltà con la gestione Zhang.

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