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Interviste

“Al Milan non volevo andare”, Nesta spiazza tutti: svelato il retroscena

Alessandro Nesta sorprende tutti i tifosi del Milan con le sue ultime dichiarazioni: l’ex calciatore voleva un altro club prima del trasferimento in rossonero.

Alessandro Nesta sta facendo parlare di sé dopo la sua lunga intervista rilasciata al podcast BSMTcondotto da Gianluca Gazzoli. Sono stati tanti i temi toccanti dalla leggenda rossonera: l’ex calciatore si è soffermato sul Milan di un tempo, parlando anche di Silvio Berlusconi e Paolo Maldini. Nel corso dell’intervista, Nesta ha rivelato anche di essere stato ad un passo da una rivale storica del Milan prima del trasferimento in rossonero.

Nesta svela tutto: l’ex Milan sorprende i tifosi rossoneri

Alessandro Nesta ha parlato senza filtri, ripercorrendo tutti i momenti più indelebili della sua gloriosa carriera:

“Trasferimento al Milan?Non volevo andar via dalla Lazio. L’anno prima della mia cessione al Milan, il Real Madrid mi ha chiamato. L’anno dopo stato costretto ad andare via perché non prendevamo lo stipendio da 8 mesi, ma non solo i giocatori, anche i magazzinieri. C’era un casino nello spogliatoio e sapevo che dovevo andar via a fine anno perché già me l’avevano comunicato sennò fallivamo. All’ultimo giorno di mercato, la Lazio cerca di monetizzare il più possibile col Milan e io però sapevo che dovevo andar via”.

Nesta ha poi rivelato:

Un po’ di mesi prima c’era la Juve, ma io non ci volevo andare lì. Poi dopo è saltata la Juve e dovevo andare all’Inter. Dopo il 5 maggio, l’Inter è sparita per me, magari hanno fatto altre scelte. Poi l’ultimo giorno di mercato capita al Milan. Ai rossoneri non volevo andare perché per me l’Inter era la squadra che poi avrebbe vinto l’anno dopo, ero sicuro. E invece vinciamo la Champions League il primo anno”.

Milan, le dichiarazioni di Nesta – (LaPresse) SpazioMilan.it

Sul suo arrivo al Milan

“Mi ricordo il primo giorno che arrivai a San Siro, c’era un amichevole e la mia presentazione prima della partita. Mi accolse un capo tifoso del Milan: mi aprì lo sportello dandomi il ben arrivato. A Roma quando c’erano le contestazioni ci si metteva il casco quello da battaglia. Anche lì sono rimasto un po’ così. Ho detto questo è un capo tifoso educato, cioè bravo. I primi 6 mesi ho fatto schifo perché io non volevo stare qua, mi mancava tutto. Noi romani abbiamo questo difetto, siamo chiusi un po’ mentalmente finché non usciamo fuori da Roma,noi vediamo solo che Roma è Roma. Poi sono stato a Milano 10 anni, i più belli della mia vita”.

Su Thiago Silva:

Dopo che è andato via Paolo, che ha smesso, io sono rimasto lì un po’ vecchiotto. Menomale che è arrivato Thiago Silva che mi ha fatto rubare altri 3 anni di contratto, perché senza Thiago io non riuscivo a correre. Lui metteva a posto le pecche che i miei 35-36 anni tiravano fuori. Io ho aiutato Paolo, Paolo ha aiutato Baresi. Ognuno aiuta il vecchio, impara dal vecchio e poi lo trasmette a quell’altro. È questo che è successo al Milan quando c’ero io, Baresi, poi Malda, poi l’ho fatto io, poi c’è stato Thiago e poi dopo ogni tanto si interrompono le cose finisce qui”.

Sulla finale di Champions a Manchester:

Preferivo giocare contro qualsiasi altra squadra, non contro un’italiana, perché se perdi contro il Real Madrid che ti frega? Ma con la Juve, con l’Inter, resta scritta lì. È stata la mia prima finale di Champions League, non ho dormito. E’ stata tosta prima della partita, poi dopo c’erano queste due squadre favolose, forti ma diverse. Noi forse un po’ più di talento, loro più squadra tosta. La Juve era tostissima a giocarci contro e poi sapeva vincere. Due squadre che sapevano vincere”.

Su Berlusconi:

“È stato un super presidente. Aveva mille cose da fare, ma si ricordava il nome dei tuoi genitori, si ricordava come si chiamava tua moglie. Aveva una cura delle persone incredibile. Si preoccupava di tutti, cercava sempre di risolvere il problema, cercava di portare la sua energia con la sua presenza. Quando arrivava a Milanello, atterrava con l’elicottero, si accendeva Milanello perché aveva questa capacità, questa personalità spiccata rispetto agli altri. Lui voleva vincere e vinceva. Sia nella sconfitta, sia nella vittoria, lui rimaneva sempre molto lucido”.

Su Ancelotti:

Vorrei essere come lui anche da allenatore, avere la sua serenità nel fare il mister. Lui mister è un fenomeno, al Milan aveva la capacità di assorbire tutto, tutte le rotture di scatole che esistono al mondo e sopratutto le pressioni di Berlusconi. Da quella Champions League vinta con la Juve, è volato e lui ha questa capacità di gestire i grandi giocatori che è unica unica. Sa perfettamente dopo una sconfitta come si sente il grande giocatore e cosa gli deve dire”.

Sul Milan di Allegri:

“A me piace. E’ arrivato Tare che è un direttore che ha esperienza. Dopo l’uscita di Maldini si era persa l’identità, non vedevo più niente. Peccato perché il Milan ha un’identità chiara, una storia troppo forte per essere messa lì nel magazzino e non ascoltata”.

Su Paolo Maldini:

“Se tornerà al Milan? Per me sì. Per me Paolo Maldini può andare al Paris Saint-Germain, potrebbe andare in qualsiasi club, ma lui ma sta a casa perché per lui è il Milan o niente. Per me lui è fatto per stare al Milan e il Milan è fatto per stare con lui. Le proprietà girano, fanno scelte diverse, credo che prima o poi l’amore ritornerà”.

This post was last modified on 9 Ottobre 2025 - 17:42

Published by
Nunzio Marrazzo