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Tutto finito, o forse ancora no

Dopo due ko così pesanti e, da un certo punto di vista inattesi, era lecito aspettarsi un polverone sull’ Inter di Leonardo.

Milan e Schalke 04 sembrano aver messo la parola fine ai sogni di triplete – bis della squadra nerazzurra, ora distante 5 punti dalla vetta della classifica di serie A e praticamente fuori, salvo miracoli, dalla Champions League.

Molti sostengono che sia necessario uno smantellamento della squadra e, in questo senso, il titolo della Gazzetta dello Sport di oggi è piuttosto eloquente: “Inter, l’ ora della rifondazione”.

Ma è davvero possibile che due partite, seppur fondamentali per i vari traguardi prefissati, possano aver distrutto definitivamente una squadra capace, negli ultimi cinque anni, di portare a casa cinque scudetti, tre Coppe Italia, tre Supercoppe Italiane, una Champions League e un Mondiale per club?

La Gazzetta, parla di una squadra ormai logora e con la pancia piena, di un Leonardo inadatto a sedere su una panchina così importante come quella nerazzurra, e di diversi giocatori non all’ altezza di vestire questa maglia o ormai sul viale del tramonto. Peccato che, fino a esattamente una settimana fa, Leonardo era considerato l’ artefice della miracolosa rimonta sul Bayern Monaco all’ Allianz Arena e della strepitosa cavalcata in campionato che ha portato Zanetti e compagni a soli due punti dal Milan capolista prima del derby.

I giocatori, che di fatto fecero fuori Benitez a dicembre, sembravano rigenerati dalla cura Leonardo e pronti a difendere tutti i titoli conquistati nello strepitoso 2010 Mourinhano.

Date queste considerazioni, da che parte sta la verità? Squadra da rifondare o semplicemente da correggere e migliorare? Probabilmente la risposta non  sta né da una parte né dall’ altra, nel senso che è vero, molti giocatori come Cordoba, Materazzi e, purtroppo, l’ intramontabile Javier Zanetti non sembrano poter dare grosse garanzie per il futuro, soprattutto per la loro carta d’ identità.

Ma qui si parla di riserve, perché in campo, salvo infortuni, ci vanno Samuel (33), Lucio (33), Ranocchia (22) o Chivu (30) al centro della difesa, a centrocampo Cambiasso (30), Thiago Motta (28) e Wesley Sneijder (26), sembrano poter dare le giuste garanzie per almeno i prossimi tre anni, soprattutto se a completare il reparto dovesse arrivare Riccardo Montolivo (27) da Firenze.

In avanti, con l’ arrivo di Pazzini (27) e, quello probabile, di Sanchez (22) dall’ Udinese o del Ganso (21) dal Santos, i conti tornerebbero anche lì, con ovviamente Eto’o e Milito a completare l’ attacco. Certo, poi resterebbe da delineare la situazione di molti giocatori poco utilizzati o dal rendimento altalenante come Coutinho, Pandev, Mariga, Nagatomo, Obi e gli stessi Cordoba e Materazzi ormai a fine carriera. Ma si tratterebbe solo di piccoli accorgimenti per completare la rosa.

Poi, ovviamente, il nodo più complicato da sciogliere, resta quello dell’ allenatore. Come da accordi presi con Moratti a dicembre, Leo da giugno troverà spazio su una scrivania in Corso Vittorio Emanuele, lasciando vacante la guida tecnica. I nomi più gettonati sembrano quelli di Villas Boas, campione di Portogallo col Porto, Capello e soprattutto Josè Mourinho, per un ritorno che avrebbe del clamoroso. Quindi, in fin dei conti, qualcosa da salvare, di questa Pazza Inter, ci potrebbe ancora essere.

Carmelo Bruno

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redazione