Stam, il gigante (non troppo) buono

In questi ultimi e scottanti giorni di mercato non si sente parlare che  di “pezzi mancanti”, di reparti incompleti, di difese abbozzate e troppo improvvisate… di centrocampisti che non convincono e di attaccanti che sembrano aver firmato un contratto con l’ infermeria invece che con i club. E’ in questo continuo ronzio di voci, di cambiamenti e di preparativi per una stagione ormai alle porte che dovremmo ritagliarci uno spazio per pensare ai grandi ex, ai titani che hanno di fatto scritto la storia del pallone inventando un modo di giocare spettacolare.

Oggi è il turno di Stam, un campione dalle sembianze divine, un giocatore sensazionale, si può affermare con certezza che sia stato uno dei migliori difensori centrali dell’ intero pianeta. La carriera di questo strepitoso incrocio di forza, velocità, potenza, tattica e rara visione di gioco ha inizio nelle giovanili della squadra olandese DOS Kampen. Nel ’92 firma con lo Zwolle con cui ha disputato la bellezza di 32 incontri. Dal ’93 al ’95 indossa i colori del Cambuur Leuwarden e nel ’95 passa invece al Willem II. Convince, combatte, segna, immagazzina presenze importanti. Ma questi 5 anni non sono altro che di rodaggio, di preparazione allo scoppio di una delle stelle migliori che il calcio ci abbia regalato.

Dopo due stagioni fortunate al PSV Eindhoven, Stam approda alla corte di Sir Ferguson. Diventa il motore centrale dei Red Devils che anche e soprattutto grazie al suo apporto conquista il campionato nella stagione 1998-1999.  Imbattibile nel gioco aereo cresce, difende con la forza di una furia. Immenso e insuperabile. Solo 191 cm di incubi per qualsiasi attaccante. Dopo tre anni di gloria assoluta e di devozione totale al Manchester United con il quale vince tutto quello che si può vincere,  Stam sbarca in Italia indossando i colori della Lazio. Qui la furia olandese totalizzerà 70 presenze e tre gol in quattro stagioni. La curva biancoceleste ancora lo ricorda, sicuramente lo rimpiange.

Una sola macchia sporca la carriera italiana di Stam in questi anni: la squalifica conseguente all’uso di sostanze dopanti, nello specifico il nandrolone. Una macchia presto sbiadita e superata grazie ai tifosi e a una forza ( a conti fatti), davvero devastante. Anche il sogno laziale giunge a termine, per aprire le porte a quello dei rossoneri. Affezionato con ogni probabilità ai diavoli, all’ olandese si aprono i cancelli di San Siro, ovviamente con la maglia rossonera. Vincerà una Supercoppa italiana e segnerà l’indimenticabile gol segnato nel Derby di Coppa dei Campioni contro l’ Inter.

Nel 2007 (occasione per ricordare la nostra Champions League!) Stam dice ufficialmente addio all’Italia tornando in Olanda con un CV decisamente invidiabile. Appende le scarpine al chiodo dopo aver giocato ancora una sola stagione con l’ Ajax. Stam non abbandona però il mondo del pallone. Quel mondo che l’ ha portato in cima alle vette più desiderabili, che l’ha regalato agli occhi di tifosi affezionati e riconoscenti. Dopo essere stato per qualche anno un osservatore del Manchester United, ad oggi fa parte dello staff tecnico dello Zwolle vestendo i panni di vice-allenatore.

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