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Non serviva proprio più?

In un mare di denaro speso frettolosamente e buttato presto al vento, il miglior investimento della Juventus post-Calciopoli è targato Milan. Già, perchè, diciamolo chiaramente, il girone d’andata dei bianconeri è stato sotto il segno di Andrea Pirlo. Il regista di Brescia non solo detta i tempi alla squadra di Conte come durante i migliori tempi in rossonero, ma spedisce in rete i compagni con una puntualità impressionante (vedi il gol di Lichtsteiner ieri sera a Bergamo solo per citare l’ultimo caso).

Sono passati poco più di otto mesi da quel 18 maggio 2011, il giorno in cui Pirlo dichiarò ufficialmente di non rinnovare il suo contratto con il Milan, liberandosi per andare a Torino a parametro zero e firmare un’intesa triennale con Marotta. Otto mesi dopo non solo è doveroso riconoscere che la Juve ha messo a segno un vero affare, ma è pure tempo di domandarsi se sia stato fatto tutto, ma proprio tutto, per tentare di trattenere il giocatore e prolungare dieci anni di favola rossonera. Per carità, 401 partite ufficiali con in mezzo nove trofei nazionali e internazionali rappresentano un bottino che può saziare chiunque. Ma sappiamo che la conclusione dell’avventura a Milano non è stata dettata dall’assenza di stimoli, quanto da motivi economici. Pirlo voleva un triennale (come quello che poi ha firmato con la Juve), mentre la dirigenza di via Turati gli proponeva un solo anno di contratto.

Non è tempo di rimpianti, anche perchè, al momento, non ce ne sono i presupposti. Vedere, però, che chi per ora sta davanti ha il suo punto di riferimento in un ex milanista fa montare un pizzico di rabbia. Va detto con altrettanta chiarezza che nella scorsa stagione Allegri riuscì a vincere senza Pirlo. Non solo. Il mister cambiò proprio il sistema di gioco riuscendo a trionfare in campionato al primo colpo. E i presupposti per fare il bis ci sono tutti, con buona pace della Juve e del suo regista.

This post was last modified on 22 Gennaio 2012 - 12:04

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redazione