L’inizio è incoraggiante. Nell’esordio in Coppa Italia contro la Lazio, di fine gennaio, fa intravedere cose discrete. Si dimostra subito coraggioso, cerca gli inserimenti, le sovrapposizioni, non ha paura negli uno contro uno e riesce (incredibile per un terzino rossonero in questa stagione) anche a mettere qualche buona palla in mezzo. In campionato arriva la prima partita dal1′ a Roma, sempre contro la Lazio, e arrivano i primi dubbi. Timido, impreciso, non riesce a dare la giusta affidabilità dietro. Ed è così che pian piano Antonini torna, o meglio continua, ad essere il proprietario della fascia mancina della retroguardia del Diavolo. Il punto più basso della sua prima breve esperienza in rossonero coincide con il 6 marzo. Il palcoscenico è d’eccezione, l’occasione è il suo esordio in assoluto in Champions League. Djamel all’Emirates contro l’Arsenal sente troppo la pressione e incappa in una serata che chiamarla storta è solo un pallido eufemismo. Procura il rigore che porta i Gunners sul 3-0 e non ne azzecca una. Offre davvero una prestazione indecorosa per un ottavo di Champions. Trema quando deve attaccare, regala il campo a Walcott ad ogni discesa dell’inglese ed oltre al rigore procurato, collabora sul secondo gol.
Da lì in poi le sue presenze si contano con il contagocce. La magra consolazione del gol di testa allo “Juventus Stadium” nella semifinale di ritorno in Coppa Italia, che poteva regalare al Milan la finale, ma è troppo poco. Il promettente laterale tutta corsa e dinamicità di Lecce non si vede più, quasi mai. Ora, a suo dire, in società gli hanno promesso che resterà in rossonero ma quello visto in quest’ultima parte di stagione non è un giocatore da Milan. Sempre pronti e felici di essere smentiti, ma Djamel lo dovrà prima dimostrare sul campo. Semplicemente da rivedere, anzi per qualcuno da non confermare. VOTO SM SU D. MESBAH: 5.5
This post was last modified on 28 Maggio 2012 - 21:43