Zambro, breve (e calante) ma intenso: grazie!

Anche lui domenica non è riuscito a trattenere le lacrime. Nella storica e commovente giornata di San Siro c’è un addio che ha fatto meno rumore, ma solo perché coperto dagli applausi spellamani riservati a suoi colleghi che hanno fatto la storia. Ma un saluto ed un applauso va tributato anche a Gianluca Zambrotta.

I suoi numeri: 106 presenze con la maglia del Milan, dallo sfortunato debutto per 1-2 del 31 agosto 2008 a San Siro col Bologna al 2-1 di ieri contro il Novara. Due reti, la prima alla Lazio alla sua terza partita con la maglia del Milan il 21 settembre 2008 al Meazza (gol del 2-1 e risultato finale 4-1); la seconda quest’anno, a 3 anni di distanza, sempre in campionato, sempre a San Siro, sempre in un risultato tondo (gol del definitivo 4-0 al Catania).

Nato a Como il 19 febbraio 1977, Zambrotta in carriera ha vinto 3 scudetti, 3 supercoppe italiane, una supercoppa di Spagna ed un Intertoto. Pochi successi internazionali? Zambro ha rimediato vincendo il Mondiale 2006. Ed è stato tra i 10 giocatori ad aver apposto la sua firma: gol all’Ucraina, ai quarti di finale di Germania 2006, rete che sbloccò la partita e spianò la strada verso la semifinale con la Germania.

In rossonero ovviamente i successi sono arrivati tra il maggio e l’agosto dell’anno scorso con la conquista dello scudetto e della Supercoppa Italiana. In totale in  carriera 612 presenze e 32 reti. Le sue caratteristiche: la corsa, i cross, la forza fisica. Purtroppo il Milan, dopo averlo invano inseguito nel 2006 (Gianluca lasciò l’inguaiata Juve retrocessa per il Barcellona campione d’Europa), lo ha acquistato solo nel 2008, sfruttando le sue doti da terzino moderno solo nella fase calante della sua carriera. Tra il 2003 e il 2006, quando vestiva la maglia bianconera, era il più forte terzino italiano, e le sue sgroppate facevano tremare le ginocchia di tutti i terzini avversari.

Al Milan ha fatto sempre il suo, compensando con la grande esperienza e il carattere d’acciaio le fatiche muscolari dell’età e gli infortuni. A 35 anni lascia il Milan e forse anche il calcio (Zambro non ha infatti dato informazioni sul suo futuro) un altro grande della storia del calcio italiano. Ad attenderlo ora probabilmente o un corso a Coverciano per diventare allenatore o un’esperienza americana. Dovesse diventare allenatore chissà che un giorno la sua strada e quella del Milan non possano incrociarsi di nuovo.

In ogni caso grazie di tutto e in bocca al lupo, Zambro!  

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