C’è poco da fare festa, dov’è la “programmazione”?

Prosegue l’appuntamento con Alessandro Jacobone, leader dei “Milanisti Non Evoluti”. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Alessandro a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

“Thiago resta”, ma c’e’ poco da fare festa! Questo potrebbe essere il titolo perfetto per un libro dedicato al pensiero del tifoso milanista ancora sconvolto dopo questi due ultimi giorni di fuoco. Ovviamente, dopo essere stati di fronte ad una vera e propria catastrofe calcistica per la nostra squadra, tutto sembra essere più roseo da giovedì sera.

Come ama fare da sempre, il Presidente è sceso dai cieli di Arcore per salvare la nostra squadra dalla cessione che sarebbe risultata essere tra le più dolorose della storia rossonera. Con uno stile da vero super eroe dei fumetti è sceso in campo con il suo mantello blu poiché il rosso non gli è mai piaciuto tanto e con un pugno rotante ha cacciato i nemici d’oltralpe e i loro 46 milioni di euro.

Un gesto coraggioso che ha ricordato i tempi in cui scendeva in campo per spostare la penna degli Agnelli e porre la sua firma sul contratto di Roberto Donadoni oppure quando fece comparire dal sottopassaggio Alessandro Nesta dopo averlo dichiarato irraggiungibile solo 24 ore prima. Bei ricordi, che però hanno una piccola sostanziale differenza da quest’ultimo.

Se una volta le missioni speciali erano finalizzate all’acquisto di campioni per rafforzare la nostra squadra, oggi non avviene esattamente la stessa cosa. Esultare per una “non partenza” non equivale proprio a festeggiare per un nuovo fuoriclasse nè tantomeno aiuta il marketing poichè la maglia di Thiago, chi lo ama, l’ha già nel cassetto e non ci saranno nuovi acquisti al Milan Point ad “sostenere” la società rossonera e il suo merchandising.

Il Milan è come una lussuosa e costosa macchina d’epoca che per troppi anni è stata trascurata. Scusate la metafora, ma il panorama che ci si presenta è semplicemente questo e non è certo colpa della crisi economica se la situazione si è incancrenita a tal punto da elemosinare la permanenza di Nesta per non essere costretti ad intervenire sul mercato. L’inflazionato termine “programmazione” potrebbe essere la soluzione, ma dopo le recenti operazioni di mercato della società rossonera non si puo’ sperare troppo che sia la nostra via d’uscita.

Si invoca l’inserimento dei giovani e gli investimenti nel vivaio rossonero per poi vedere partire nel 2009 Astori, Matri, Pozzi e Marzorati per racimolare alcuni milioni per il funambolo Ronaldinho. Per non parlare della quotazione di soli 2,5 milioni data a Merkel in questa sessione di mercato dove lo stesso Milan è alla folle e disperata ricerca di un centrocampista di qualità e dal basso impatto economico. Ci saranno pure delle logiche interne che portano a prendere tali decisioni, ma francamente in via Turati non sembrano andare tutti nella stessa direzione e tutto questo traspare in maniera così chiara da lasciare i tifosi tranquilli come lo erano i passeggeri della Concordia con al comando Schiettino.

Tornando a Thiago Silva si narra di un teatrino messo su ad arte per smorzare la voglia di grandi acquisti da parte dei tifosi. Ma più veritiera è l’ipotesi di un Berlusconi lasciato palesemente solo in questa follia che avrebbe dovuto firmare in calce davanti agli occhi di tutti i milanisti del mondo. Stampa solidale, gli ex campioni rossoneri e gli ammutinamenti denunciati in sala stampa in mondovisione hanno chiuso Silvio Berlusconi in un angolo dal quale non sarebbe uscito salvo se avesse posto quella firma.

Personalmente mi godo la permanenza di Thiago Silva non pensando troppo al reale motivo per il quale sia stata bloccata la vendita. Ma quando sento dire che tale dietrofront sia figlio dell’amore, mi viene spontaneo commentare…si per se stesso! Mi consenta…

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