Quando l’onore prevale sull’utile

Carlos Tevez è ancora nei pensieri di Galliani. Il braccio destro di Silvio, a gennaio, si trovava ad un passo dal portare l’Apache al Milan. Ma una presa di posizione di Berlusconi e una penale, dagli sceicchi inserita a tradimento, avevano fatto saltare l’operazione. E l’amministratore delegato del Diavolo, nonostante avesse condotto l’affare con astuzia e diplomazia, era stato costretto a tornare a casa con le pive nel sacco. E la reputazione rossonera in Europa, per certi versi, era stata macchiata.

Ecco allora che Galliani ha intenzione di riscattare la propria immagine e di riprovare ad aggiudicarsi le prestazioni di Tevez. Nonostante Allegri gli abbia chiesto Dzeko, che eccelle nel fare salire la squadra, nel proteggere la sfera e nel gioco aereo, Galliani vuole virare sulla punta di Ciudadela.  Facendo leva sul fatto che Carlitos sia da Mancini ritenuto un elemento discontinuo (nonostante le rassicurazioni di facciata), quindi cedibile, il nostro amministratore delegato vuole presentarsi da Al Mubarak e avanzare una nuova offerta per Tevez.

Non importa se Carlos non sia stato richiesto da Max: per una questione d’orgoglio, Galliani è disposto a sostenere altri faccia a faccia con gli sceicchi e a rischiare di essere beffato ancora una volta. Ma dovendo aspettare che il City ingaggi un’altra punta, affinché possa liberare un attaccante, il piano del vicepresidente vicario verrà attuato soltanto in dirittura d’arrivo, probabilmente durante l’ultima settimana di mercato. Nel frattempo, si cercherà di acquistare Yanga-Mbiwa, Lassana Diarra e Kakà, “risparmiando” il più possibile. Per poi concentrarsi, in vista del rush finale, su Tevez. “Imposizioni” e prodigi di Max permettendo.

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