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SM ANALISI/ Il mercato di gennaio regala gioie e dolori: Salamon ai box, Zaccardo in netto ritardo

Nel mercato di gennaio il Milan è stato protagonista di operazioni intelligenti, precise e proficue. Tre acquisti (sommati a 7 cessioni, prestiti compresi) che hanno compensato qualche partenza e completato (ma non in maniera definitiva) una squadra giovane, in ripresa ed in rimonta. Tre mesi dopo la “riparazione” c’è spazio e tempo a sufficienza per tracciare un primo bilancio degli arrivi di Balotelli, Zaccardo e Salamon, ed è facile accorgersi che l'”effetto Balo” ha nascosto alcune perplessità lampanti sull’impiego dei due difensori.

Zaccardo, classe ’81 ed ex Parma e Campione del Mondo con la Nazionale nel 2006, fin qui il campo non lo ha praticamente mai visto. E la condizione fisica o qualche infortuno in corso d’opera non possono essere scuse plausibili perché fin dal primo giorno a Milanello Zaccardo si è presentato integro e perfettamente pronto per giocare. Non a caso a Parma fino a gennaio aveva collezionato 16 presenze e 1 gol. Specifichiamo: Zaccardo è arrivato in rossonero per essere un buon rincalzo, una riserva di lusso, ma mai una prima scelta. Certo è che 45 miseri minuti contro la Lazio lo scorso 2 marzo, anche se incoraggianti e concreti, non possono bastare per considerare positiva la sua prima parentesi in rossonero. Mexes e Zapata hanno dimostrato di meritare il posto ed essere sostanzialmente più forti, ma Zaccardo, per età ed esperienza, può giocarsela alla pari con Bonera e Yepes ma fino adesso ha sempre dato la sensazione di partire in ritardo rispetto alle gerarchie di Allegri. Avrebbe dovuto scendere in campo dall’inizio nell’amichevole contro il Sion di venerdì scorso ma è stato costretto a dare forfait all’improvviso per qualche acciacco di troppo.

Quasi opposto e molto meno complesso il discorso di Salamon. Per il polacco di 21 anni l’approdo in rossonera a gennaio è stato programmato per crescerlo e formarlo nel corso dei mesi in casa ma senza l’esigenza di schierarlo sul terreno di gioco con particolari pressioni. Lo stesso discorso legato a Thiago Silva, Pato ed El Shaarawy: acquisto, potenziamento e poi, senza fretta, l’impiego con la Prima Squadra. Rischiare di bruciare un giocatore (al momento non ancora pronto per gareggiare con i ritmi della Serie A) il Milan non lo vuole correre. Ma l’infortunio alla caviglia con la quale ha lasciato il Brescia ed è arrivato al Diavolo si è dimostrato più grave del previsto e ha complicato il recupero. Nessuna preoccupazione e fiducia, Salamon è un calciatore che se “coltivato” a dovere in un futuro poco lontano sarà una colonna portante della squadra.

La finestra di mercato che si è da poco conclusa ha consegnato ad Allegri, grazie al solito lavoro magistrale di Galliani, un fuoriclasse che si chiama Mario Balotelli. 6 gol in 7 partite bastano per “oscurare” le situazioni di Zaccardo e Salamon perché Balo, ma non da solo, è stato il vero trascinatore della rimonta del Milan, non l’unico ma il principale. Ha segnato, sorriso e al di fuori del campo si è dimostrato più maturo, serio e sereno che mai. Con il suo arrivo il secondo posto è diventato possibile, vicino. Quasi scontato. Un concentrato di classe e potenza che ha dato il meglio di sé anche in Nazionale. Un momento d’oro, per lui e per il Milan, che sottolineano un mercato di gennaio importante, di luci ma anche di qualche ombra.

This post was last modified on 25 Marzo 2013 - 17:06

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redazione