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Si impara anche da spettatori: Milan, per tornare a vincere segui il modello tedesco e ricordati che…

A. Sironi - Caporedattore SpazioMilan.it
A. Sironi – Caporedattore SpazioMilan.it

Altro che Barcellona o Real Madrid, 500 milioni di debiti arricchiti da due sonore sconfitte in semifinale di Champions. Altro che Arsenal o Ajax. Il Milan, ma anche il calcio italiano in generale, in questo turno europeo più che mai, dovrebbe aver ricavato il modello da seguire.

Sono più di 10 anni che in Germania lavorano sodo sul settore giovanile. La Federazione tedesca, con l’aiuto della Lega, è ripartita da una programmazione fatta di regole precise e severe. Un esempio? L’aumento degli osservatori federali, ovvero quelle figure che, per conto della Federazione, scandagliano il territorio alla ricerca di talenti in erba. I migliori vengono allenati in piccoli gruppi per migliorare tecnica e qualità, poi entrano in gioco i club che inseriscono alcuni di questi baby talenti nei loro vivai.  Da qui in poi tutti si muovono verso il comune obiettivo della prima squadra: non importa l risultato, quanto invece lo sviluppo del gioco. Così al Bayern Monaco, qualununque età  tu abbia, sai che dovrai giocare come Lahm e compagni. Tanto per mettere le cose in chiaro, agli allenatori viene consegnato una sorta di vademecum con tutte le istruzioni e i movimenti da insegnare ai più piccoli. Così da non sbagliare.

Troppo rigidi? Visti i risultati ne varrebbe la pena. Prendiamo l’esempio di uno dei protagonisti della partita di ieri: Mario Goetze. Classe 1992, dal 2001 nel settore giovanile del Borussia. Poco più di vent’anni e già alla quarta stagione tra i più grandi. Oppure Alaba del Bayer Monaco, coetaneo del futuro compagno di squadra, che si è trasferito nel 2008 in Germania. Settore giovanile e poi via in prima squadra. In mezzo, per entrambi, il passaggio decisivo nella squadra riserve. Quella che in Italia, purtroppo, ancora non si vede, ma che servirebbe per far crescere in casa i futuri campioni.

Bayern e Borussia fatturano cifre astronomiche, il bilancio è quasi sempre in utile e anche sul campo i tedeschi la fanno da padrone. Ecco un calcio sostenibile…e vincente. La direzione è questa.

This post was last modified on 25 Aprile 2013 - 15:19

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redazione