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Toro: Cerci spinta perpetua, dietro si balla

Torino vs. Milan - Serie A Tim 2012/2013Oggi pomeriggio il Milan ospita un Torino reduce da tre sconfitte consecutive. Scivolati al quartultimo posto, a più quattro dalla zona retrocessione, i granata non hanno intenzione di perdere altri punti: vogliono mettersi in salvo il prima possibile.

L’incontro si preannuncia ostico. Perché il Diavolo deve fare a meno di Montolivo, lume della mediana, in grado di comprendere lo sviluppo delle azioni e di costruire gioco. Di conseguenza, mettendola sull’intensità e facendo densità, la compagine di Ventura può aggiudicarsi lo scontro a centrocampo. Proprio a tal proposito, il tecnico del Toro intende adottare un 4-2-3-1, diverso in forma e sostanza dal 4-2-4 che fino ad ora ha contraddistinto il cammino granata. Il trequartista centrale, Giuseppe Vives, ripiegherà con regolarità. Dal momento che è un interditore, avrà compiti prettamente difensivi. Si inserirà soltanto durante le azioni di rimessa. Così facendo, il modulo del Toro diventerà un 4-3-3. Il centrocampo verrà irrobustito e la difesa godrà di copertura. Anche le punte esterne, Cerci e Santana, effettueranno la fase di non possesso. Ergo, il Torino presenterà maggior compattezza ed equilibrio. E soffrendo di meno in mediana, si renderà più pericoloso durante le ripartenze.

Punti di forza: esterni d’attacco. Saranno Cerci e Santana gli elementi più pericolosi del Torino. Annoverano nel loro repertorio tecnica di base, facilità di corsa, cambio di passo, doti da contropiedisti, abilità nel dribbling e spirito di sacrificio. Sanno alternare azioni personali a cross precisi. Ripiegano con costanza e sono in grado di avviare azioni di rimessa. Grazie al loro movimento, rimanendo bloccati gli esterni di difesa, i granata si troveranno nelle condizioni di impossessarsi delle fasce. Mentre Santana non sempre dimostra brillantezza nel momento decisivo, Cerci dispone anche di estro e inclinazione alla conclusione dalla distanza. Gli attaccanti laterali del Toro correranno alla follia e cercheranno di garantire superiorità numerica. Il Milan, per arginarli, dovrà rispondere colpo su colpo ed evitare di sbilanciarsi: gli interni del centrocampo rossonero dovranno capire quando abbassarsi e quando raddoppiare l’esterno portatore di palla avversario, mentre le punte esterne saranno chiamate a ripiegare.

Punti deboli: difesa e mancanza di qualità in mediana. Schierando un incontrista in più, il Torino migliorerà in fase d’interdizione. Ma non disporrà di centrocampisti in possesso di qualità balistiche e senso tattico. Certo, la difesa verrà protetta maggiormente. Ma rimarrà un reparto vulnerabile, formato da elementi tanto prestanti quanto ingenui dal punto di vista del posizionamento e della mobilità. Perché Ogbonna, sogno rossonero, non è il fenomeno decantato dalla stampa. E’ forte fisicamente, è capace a impostare e a comprendere lo sviluppo del gioco, ma difetta di agilità ed elasticità. E’ il perno di una retroguardia troppo spesso allo sbaraglio, priva di effettivi all’altezza della situazione, ma non è un difensore da top club. E anche Gillet, portiere affidabile fino a qualche stagione fa, inizia ad accusare segni di cedimento.

Elemento chiave: Rolando Bianchi. E’ lui il centro gravitazionale del Torino. Dispone di forza fisica ed elevazione. Svolge con efficacia il lavoro di sponda ed è capace a fare salire la squadra. Crea spazi per i compagni e, in area, si impone per potenza. Dalla sua prestazione, dipenderà il rendimento degli esterni d’attacco. Se esprimerà il suo potenziale, Cerci e Santana potranno approfittare delle seconde palle a loro disposizione e mettere in mostra al meglio le loro doti. Fare partire Bianchi dalla panchina e schierare come centravanti Barreto, rapido ma non in grado di fare reparto da solo, sarebbe un errore imperdonabile. Talmente imperdonabile da mettere in discussione la reputazione di Ventura.

This post was last modified on 4 Maggio 2013 - 21:06

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redazione