“Balotelli? Ma che ancora gli diamo la possibilità di giocare?” Sembra proprio che ognuno debba dire la sua su Balotelli. Ultima in fila, dopo senatrici, giocatori, giornalisti e chiunque si senta in dovere di esprimere la sua opinione, adesso anche Martina Colombari ha voluto far conoscere il proprio pensiero sull’attaccante milanista.
Intervistata telefonicamente nella trasmissione la Zanzara su Radio24, l’ex Miss Italia e attuale moglie del campione rossonero Billy Costacurta, ha commentato: “ Lui dice che ce l’hanno tutti con lui, ma dovrebbe chiedersi perché. Litiga con tutti, anche con le persone che lavorano, coi cameraman. È stato maleducato, lo dico anche a mio figlio” ha poi aggiunto: “In casa ho un marito milanista che in 25 anni non si è mai permesso di fare il 3% di quello che ha fatto Balotelli sino ad ora, e magari vincendo anche un po’ di più. Faccio fatica a difenderlo.” La Colombari ha dato libero sfogo ai propri pensieri anche sull’episodio dello scorso mese in cui Balo non si presentò davanti al ministro dell’integrazione Kyenge: “Nessun grande calciatore si permetterebbe di fare quello che fa Balotelli. Che ti costa mettere la sveglia ed andare a incontrare il ministro come ha fatto tutta la tua squadra tranne te?”. Infine sul recente polverone scatenatosi dopo la richiesta di essere un simbolo anticamorra: “Se sei un simbolo devi dare un buon esempio, per i nostri figli è difficile far passare gli atteggiamenti di Balotelli come buoni esempi – ribadisce la Colombari – Ne fa troppe, ma la colpa è di chi gli permette di farlo. C’è qualcuno che gliele fa fare”.
SuperMario avrà molte colpe, ma forse se lo si lasciasse giocare senza mille polemiche e senza mille commenti su ogni sua mossa, forse, si sarebbe tutti più sereni e lui potrebbe fare il suo lavoro, segnare goal su un campo da calcio. E come a voler confermare questa teoria ecco le parole di Balo nel tweet di ieri sera: “Ma la smettete di parlare e parlare e parlare vivere e lasciare vivere! Vivete e lasciatemi vivere e vedrete le differenze!“.