E’ arrivata l’ora di tornare in campo, di tornare a vincere e convincere, di risalire la classifica e di ricominciare a scendere in campo con grinta e determinazione, evitando leziosismi e cali di concentrazione: è arrivato il momento di Milan-Udinese. Tornare ai tre punti, stasera, è l’unica cosa che conta. Dal canto loro, però, i friulani sono una squadra pericolosa e ben organizzata. Francesco Guidolin è un allenatore che sa il fatto suo: prepara le gare con meticolosità e attenzione, è in grado di leggere lo sviluppo dell’incontro e di cambiare modulo in base al materiale a propria disposizione e alle necessità richieste dalle situazioni che si creano. Intensità, aggressività, densità, squadra corta e ripartenze rapide. Sono questi i dogmi del tecnico veneto. Dogmi che i suoi giocatori applicano alla perfezione in quello che, per lo meno in apertura, è un 3-5-2 mirato ad assicurare compattezza e pragmatismo. Spinta sulle fasce e supremazia in mediana. E’ così che l’Udinese intende imbrigliarci, per poi ripartire e cercare di colpirci.
Punto di forza: Di Natale-Muriel.
Punto debole: difesa, tranne Danilo.
Quando il centrocampo si trova costretto ad abbassare il ritmo o incontra qualche problema nel fare filtro, escono allo scoperto le vere pecche dell’Udinese: gli interni di difesa. Danilo è un centrale affidabile, in possesso di fisicità e senso del gioco, ma i suoi compagni di reparto presentano numerose lacune. Pur disponendo di potenza e aggressività, Hertaux e Naldo evidenziano problemi di mobilità e di comprensione dello sviluppo dell’azione: spesso si trovano fuori posizione, risultano lenti e commettono ingenuità. Certo, giocando in una difesa stretta, riescono a cavarsela e a completarsi a vicenda (anche grazie all’aiuto di Danilo). Ma sul lungo andare, nonostante la copertura dei mediani e degli esterni, non possono che palesare i propri limiti e risultare gli anelli deboli della formazione friulana. Puntati con insistenza o messi in difficoltà con inserimenti tra le linee, dal momento che non sempre sono impeccabili nell’attuazione della diagonale, possono davvero andare in difficoltà.
Elemento chiave: Antonio Di Natale.
Capitano e centravanti, che nelle ultime quattro stagioni ha segnato un minimo di 26 reti e un massimo di 29, è lui l’anima dell’Udinese. Tutte le trame offensive costruite dal centrocampo e dalla difesa sono rivolte a lui (e al suo compagno di reparto), leader del gruppo, sempre al posto giusto nel momento giusto. Grinta, carisma, incisività e fantasia. Una sorta di mito della tifoseria friulana, una sorta di incubo per tutti i difensori della Serie A. Attenzione.