L’ultima tappa del Milan, prima della grande sfida di Champions League, è allo Stadio Friuli di Udine. Gli uomini di Guidolin sono una squadra dinamica e compatta che, malgrado provenga da un periodo difficile e sia confinata al dodicesimo posto della classifica, può metterci in difficoltà ed esprimere un buon calcio. Il tecnico di Castelfranco Veneto è infatti un ottimo stratega: sa come far rendere al meglio i giocatori a propria disposizione ed è molto bravo nella preparazione e nella lettura delle partite. Attenzione, allora, a non farci cogliere impreparati.
Punto di forza: ripartenze-esterni-Di Natale.
Punto debole: difesa-poca qualità.
Là dietro, nelle retrovie, l’Udinese soffre parecchio. Ecco perché Guidolin, per ottenere buoni risultati, punta molto sul lavoro dei centrocampisti. Due dei tre difensori friulani, Naldo (parte terzino destro ma dovrebbe rimanere bloccato e, nella maggior parte delle situazioni, è chiamato ad agire come centrale aggiunto) e Domizzi, hanno problemi riguardanti la mobilità, la comprensione dello sviluppo delle azioni, il senso della posizione e la continuità di rendimento. Sul lungo andare, nonostante presentino fisicità e stacco di testa, potrebbero regalare occasioni. L’altra pecca dell’Udinese riguarda la mancanza di fosforo e tecnica a centrocampo. Guidolin non può fare affidamento su costruttori di gioco all’altezza della situazione e, soprattutto, su mediani completi. L’unico dotato di qualità balistiche è Lazzari che, oltre a essere squalificato per la partita di oggi pomeriggio, manca però di dinamismo ed efficacia nella fase di rottura.
Giocatore chiave: Antonio Di Natale.
Sarà anche meno continuo di un tempo, avrà anche segnato meno gol rispetto alle scorse stagioni, ma Totò rimane una spina nel fianco, un pericolo costante, per qualsiasi retroguardia. L’età non è dalla sua parte, ma i numeri e le caratteristiche sì. Di Natale presenta un gran senso del gol, accompagnato da esplosività, rapidità e doti tecniche. Vulcano in quiescenza che, però, potrebbe eruttare da un momento all’altro. Be careful, Milan…