Mondiale, nuovo tecnico e doppio colpo di mercato. Come quando…

Tre indizi fanno una prova, si dice. E a questo proposito le analogie tra l’estate corrente e quella del 2010 si fanno sempre più consistenti e concrete. Solo coincidenze? Pare proprio di no: Berlusconi è deciso, vuole scendere nuovamente in campo per (ri)costruire un grande Milan.

Proviamo a tornare indietro di quattro anni. Di questi tempi le Nazionali erano impegnate nel Mondiale sudafricano, così come ora in Brasile, e il club rossonero viveva un periodo delicato: dopo aver combattuto in campionato con l’Inter per una buona parte di stagione, i nerazzurri, condotti dall’idolo Mourinho, vincevano tutto: il quinto scudetto di fila, la Coppa Italia e la tanto attesa Champions League. L’umiliazione fu forte ed era necessaria una scossa. E così si il Milan iniziò cambiando allenatore: via Leonardo, dentro Massimiliano Allegri, fortemente sponsorizzato da Adriano Galliani, tra i dubbi e lo scetticismo del Presidente. Già due somiglianze, quindi: la competizione Mondiale e il nuovo tecnico. Ma oggi Inzaghi, a differenza di quello che capitò col livornese, arriva sulla panchina del Milan con tutti i favori e le grazie di Silvio Berlusconi, suo primo estimatore. La società insomma crede in SuperPippo e questa sarà la prima chiave per la costruzione di un progetto glorioso. Ma non finisce tutto qui, si farà mercato.

Anche in quel lontano 2010 ci fu un doppio colpo a sorpresa: proprio sul gong, l’AD dalla cravatta gialla portò a Milano due campioni del calibro di Ibrahimovic e Robinho che, insieme agli innesti Boateng, Cassano e Van Bommel, risultarono determinati per la conquista del diciottesimo scudetto dei rossoneri. Che faranno lo stesso Alex e Menez? I milanisti se lo augurano. Per ora c’è un’unica sicurezza: il Presidente non si fermerà proprio adesso e ha tutta l’intenzione di ritornare a far sentire la sua presenza all’interno della società, non solo attraverso la sua vicinanza fisica, bensì anche a livello economico, dopo un triennio low cost e di obiettivi sbagliati. Dunque fiducia nel nuovo tecnico e mercato di alto livello: gli ingredienti giusti per un grande Milan.

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