Paloschi al passo d’addio, con il rimpianto di non aver avuto “la” possibilità

L’amore per il Milan e i numeri che parlano e hanno parlato per lui. Alberto Paloschi era l’attaccante rossonero del futuro, era perché ora è molto lontano dall’esserlo. L’esordio col triplice 18 (gol al 18° della ripresa, a 18 secondi dal suo ingresso in campo, a 18 anni) fece gridare al nuovo campione, col destino di diventare in poco tempo una delle punte del Milan. Così non è andata però, perché a Paloschi sono state date molte chance di diventare grande altrove e lui pur raccogliendo buoni frutti non ha mai avuto l’occasione di tornare a casa e diventare grande qui.

Parma e Genoa per far vedere qualcosa, una promozione coi ducali, una ventina scarsa di gol in 4 stagioni, molti infortuni legati proprio alla crescita, in mezzo anche un Premio Piola e il sogno costante di tornare al Milan, che purtroppo giace ancora nel cassetto. Al Milan ci ritorna nel 2011 ma non disfa le valigie: la sua permanenza sembra all’anno buono ma una rosa che contiene Ibrahimovic, Inzaghi, Pato, Maxi Lopez, Boateng, Robinho, El Shaarawy e Cassano, gli precludono l’opportunità di essere uno dei giocatori del parco attaccanti del Milan di Allegri. Il biglietto per Verona è presto fatto.

Il colpo di fulmine col Chievo arriva con calma ma purtroppo arriva, e dopo 3 anni nella città di Giulietta, pare che la trattativa per il ragazzo si stia concludendo in favore della società veneta per una cifra che si aggira attorno ai 3.5 milioni di euro per la mancante metà del cartellino. Il Milan aveva provato a trattenerlo soprattutto per l’intercessione di Inzaghi, suo “mentore” e nuovo mister della prima squadra; ma la società sembra abbia preso una decisione diametralmente opposta, e vista la sinergia che si sta avendo con Pippo probabilmente anche lui ha infine acconsentito alla permanenza di Paloschi al ChievoVerona.

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