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Diego Lopez ci voleva, ma il mercato parla quasi solo anziano

Daniele Mariani è giornalista pubblicista. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Conduce “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT). E’ opinionista per “Il Campionato dei Campioni” di Odeon TV, dal 2011 collabora con il Giornale di Vimercate.

Diego Lopez al Milan segna un momento storico, piuttosto minimo ma necessario. In colpevole ritardo. La necessità di cambiare anche in porta, dando una scossa con un nuovo numero 1, era giustamente diffusa nel sentimento comune dei tifosi ma superficialmente sottovalutata dalla società. Operazione squisita nei tempi e buonissima a livello tecnico, un rischio economico: ingaggio alto (2.5 milioni netti più bonus) e contratto di 4 anni, alla lunga non può essere solo garanzia di vantaggi. Un affare a costo 0, l’ennesimo.

Diego Lopez è un colpo, un titolare del Real Madrid. I suoi 32 anni non ingannino: lo spagnolo, ad oggi, “ringiovanisce” il reparto di ben cinque anni. Abbiati diventa normalmente il secondo, va ringraziato per professionalità, presenza e rimane una delle poche voci autoritarie nello spogliatoio; non se lo meritava Agazzi, almeno in questo modo: in rossonero una toccata e fuga. Il mercato del Milan si è mosso e riserverà nuove sorprese, ma nasconde già una contraddizione profonda: giovane e italiano? Belle parole, il resto racconta una verità quasi opposta. Dal 32enne spagnolo Diego Lopez al brasiliano Alex, fino al francese Menez ed al colombiano Armero (27 anni per entrambi). L’analisi è un semplice dato di fatto e non vuole giudicare un progetto comunque esistente: De Sciglio, El Shaarawy, Cristante e Saponara, mai come con Inzaghi saranno centrali nella prossima stagione. E questo pre-campionato ha dimostrato e confermato queste deliziose speranze.

Ma se i sei volti nuovi (esclusi Rami e Poli) fanno registrare un’età media pari a 28.5 anni, quasi 29 entro fine 2014 dopo i compleanni di Diego Lopez ed Armero, dato reso meno grave del previsto grazie ad Albertazzi, dal futuro incerto, più di qualcosa non torna. Il calcio corre veloce e in Italia la pazienza non è una dote, giustamente nazionalità e anagrafe non vincono le partite. Basterebbe ammettere questo.

Twitter: @Nene_Mariani

This post was last modified on 10 Agosto 2014 - 19:28

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redazione