Una vita di gol: Torres cerca le motivazioni per il riscatto rossonero

Serviva una punta e finalmente è arrivata: Fernando Torres. L’ufficialità arrivata alle 20.30 di venerdì sera tramite comunicato stampa apparso sul sito rossonero ha sciolto ogni riserva sulla trattativa allora in corso. Lo spagnolo è quindi arrivato a Milano per sostenere le visite mediche e per sbrigare le ultime questioni burocratiche. Da ricordare che già dieci anni fa c’era stato il primo accostamento tra Torres e il Milan, ma solo ora si può dire che la punta spagnola giocherà per i colori rossoneri.

Tecnicamente uno dei top player in circolazione, è nettamente nella parte di parabola discendente della sua carriera. Gli inizi con l’Atletico di Madrid sin dalle giovanili dove venne prelevato a soli 10 anni dal Rayo 13 dopo una strabiliante stagione da 55 gol, fino all’esordio al Vicente Calderon. In cinque stagioni di Liga (dopo due di Segunda Divisiòn) è sempre andato in doppia cifra nei gol segnati, e ciò ha contribuito a mediatizzare un diciottenne che anno dopo anno sembrava sempre più formidabile. Gli occhi di mezza Europa si piazzano su di lui (compreso il Milan), ma  è il Liverpool che nel 2007 lo strappa alla concorrenza: in Inghilterra coi Reds colleziona 81 gol in 142 presenze. Qui si completa la sua fase di maturazione stabilendosi tra i goleador più importanti del panorama calcistico fino a giungere al trasferimento per una cifra attorno ai 60 milioni che lo porterà a Londra sponda Chelsea. Allo Stamford Bridge iniziano le difficoltà e i gol faticano ad arrivare, resta comunque che coi Blues conquista i suoi unici trofei a livello di club: una Coppa d’Inghilterra, una Champions League e una Europa League.

Capitolo a parte merita la Nazionale. Con la Spagna Torres ha giocato in tutte le selezioni giovanili a partire dall’under-15 finché non ha esordito in nazionale maggiore all’età di 19 anni: da allora 110 presenze condite da 38 gol. E come non ricordare il palmares ricco di coppe: un Europeo under-16, un Europeo under-19, i due Europei del 2008 e del 2012, e in mezzo il Mondiale sudafricano del 2010. Insomma, esperienza ai livelli massimi del calcio da non sottovalutare.

Nel presente c’è il Milan. Chiamato a sostituire Balotelli, dovrà dimostrare a tutti di non essere un giocatore finito come tanti lo stanno dipingendo: la Serie A è sicuramente un campionato ostico, ma il livello qualitativo si è ridotto notevolmente negli ultimi anni, perciò non è impossibile che anche un attaccante 30enne come Torres possa comunque fare la differenza. La pressione mediatica potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote, ma da professionista quale è troverà la forza di trascinare questo Milan a suon di gol verso il posto in Europa che gli spetta.

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