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L’inevitabile punto di vista di un giovane milanista desolato

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

“Desolato, ma più che desolato… incazzato”. E’ essenzialmente questo il pensiero del tifoso milanista al termine dell’ennesima prestazione indegna, quella contro il Verona, di una squadra senza un’anima, senza un gioco e presto anche senza l’attuale allenatore. Perché ora è iniziato il processo al Milan e tutti analizzano, smontano, studiano e sviscerano il “caso Inzaghi”, dimenticandosi di quelli che ogni domenica sono al secondo anello che aspettano di esultare per un gol o una giocata che valga il prezzo del biglietto. E le scuse di una stagione da buttare via già a marzo si devono anzitutto a loro.

Andare a vedere oggi una partita del Milan è avvilente quanto ammettere qualcosa quando hai ragione. Un’operazione difficile che, infondo, mandi giù anche per toglierti il peso di stare ancora a discutere. Il Milan del 2015 è così: lo guardi rigorosamente dalla televisione perché di buttare i soldi per una squadra del genere non hai proprio voglia, però poi quasi ti addormenti sul divano. Anzi, no: ti risvegli all’ultimo secondo per assistere al gol del pareggio sull’ultima azione di una partita senza senso. La prima cosa che pensi allora è di mandare Inzaghi a quel paesino lontano nel quale mandi tutte quelle persone che ti stanno lì. Sì, proprio lì sotto. Poi inizia il raid aereo contro tutti: in primis è colpa di chi non spende più da anni; in secondis di chi ritorna da Londra con van Ginkel in prestito e lascia lì Salah; in terzis, forse per disperazione, di quello mandato al paesino in precedenza. Dopodiché è meglio andare a bere per dimenticare tutto.

L’inevitabile punto di vista di un milanista desolato si conclude con un’illusione appena prima di addormentarsi. Il Milan è in fin di vita e tutto sta per giungere al termine. Il dottore di Arcore osserva inerme da dietro al vetro il paziente ansimare, il capo reparto (pelato, ndr) è alla disperata ricerca di una penicillina per fermare l’emorragia, ma in mano ha solo un santino col Re di Coppe. L’encefalogramma trasmette una linea retta e il paziente smette di respirare: il caro vecchio Milan, oggi, non esiste più.

Twitter: @SBasil_10

This post was last modified on 10 Marzo 2015 - 10:56

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redazione