Domenica pomeriggio, all’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, il Milan scende in campo contro l’Atalanta di Edy Reja. Gli orobici sono una squadra grintosa, compatta e organizzata che, nell’ultimo turno di campionato, dopo quattordici giornate caratterizzate soltanto da pareggi e sconfitte, è tornata alla vittoria, ha raggiunto quota trentatré punti e ha dimostrato di volere chiudere quanto prima l’operazione salvezza. Proprio così. La Dea ha ripreso la propria corsa verso i quaranta punti e, contro i rossoneri, è pronta a mettere in scena una prestazione caratterizzata da aggressività, intensità e dinamismo.
Punti di forza: l’interdizione; i fantasisti.
Punti deboli: la difesa; la mancanza di un bomber.
Nelle retrovie, gli orobici potrebbero evidenziare qualche problema di troppo. I difensori centrali, pur annoverando nel loro repertorio esperienza e senso della posizione, faticano a essere continui nel rendimento e incontrano problemi riguardanti la mobilità nello stretto. I due laterali, invece, spingono molto, ma non sempre svolgono al meglio la fase di copertura: a volte, capita che non coprano a dovere la corsia di competenza e che, quando puntati, vadano in netta difficoltà. Inoltre, la Dea non brilla nemmeno sotto porta. I centravanti a disposizione di Reja sono spesso incostanti, stentano a muoversi al meglio e a lavorare per la squadra e, al momento di colpire, non sempre riescono a incidere e a farsi trovare pronti. In questo modo, in determinate situazioni, capita che i nerazzurri di Bergamo fatichino ad andare in profondità e segnare, risultino poco cinici e raccolgano meno di quanto meritino.
Giocatore chiave: Marten De Roon.
Centrocampista classe ’91, abile nel rompere le trame avversarie e nel leggere lo sviluppo delle azioni e capace di recuperare un ottimo numero di palloni, di portare stabilità e compattezza, di ben proteggere la retroguardia e di fare ripartire le azioni, l’olandese è il perno dello scacchiere tecnico-tattico di Reja. Qualora riuscisse a salire in cattedra e a imporsi con regolarità, rappresenterebbe uno scoglio superabile con difficoltà e fornirebbe all’Atalanta quella scossa necessaria per disputare una prova gagliarda. Guai a sottovalutarlo.