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Ancora un’umiliazione, menomale che è finita

Molla anche l’ultimo baluardo e lo fa con rabbia e rammarico. Forse basta questo per descrivere l’ultimo (anzi, purtroppo il penultimo) atto dell’ennesima stagione deludente, disarmante, vergognosa. Il Milan che si fa dominare e umiliare dalla Roma a San Siro aveva un unico comune denominatore rispetto alle ultime copie sbiadite: la vergogna, il fallimento, l’ennesima stagione nata male e finita peggio. L’ultima bandiera del Milan che fu non meritava questa fine, con gli occhi lucidi in panchina ad assistere all’ennesima figuraccia della squadra che ha contribuito a portare prima sul tetto d’Italia e poi su quello d’Europa e del Mondo. Eppure questo Milan è stato capace anche di ammainare l’ultima vera bandiera senza concederle neanche l’onore degli ultimi minuti davanti al suo pubblico.

Cristian Abbiati ha lasciato non sentendosi più parte di una squadra, di un progetto, ma prima di tutto di una società. Una proprietà che è riuscita a cancellare, con questi ultimi anni, quanto di straordinario aveva fatto nei decenni precedenti. Il settimo posto di questa stagione si aggiunge all’ottavo ed al decimo delle ultime due, sempre con squadre diverse, sempre con allenatori diversi. Gli ingredienti del fallimento totale ci sono tutti: allenatori cambiati per scaricarne le colpe, mercati fallimentari, tifosi in aperta contestazione e ex che cambiano maglia e regalano magie. El Shaarawy che segna sotto la Sud e non esulta è solo l’emblema di quanto una società incapace ed incompetente sia riuscita a ridurre in brandelli il nostro povero Milan.

Ora, una domanda sorge spontanea: chi ha messo in piedi questa squadra, questi fallimenti, perché non ne paga le conseguenze? Perché a pagare devono essere sempre gli allenatori, capri espiatori di una situazione che ormai è diventata insostenibile? Il Milan non c’è più e, se gli altri anni ci poteva essere la giustificazione di un mercato inesistente e pieno zeppo di parametri zero, i novanta milioni spesi in estate sono impietosamente la prova schiacciante che qualcosa dovrebbe cambiare. Silvio Berlusconi e Adriano Galliani dovrebbero essere i primi a farsi un esame di coscienza e a fare un passo indietro se davvero hanno a cuore il Diavolo, i suoi tifosi e questi colori. Purtroppo la luce infondo al tunnel non si intravede, anzi il futuro è fosco e pieno di nubi.

Il Milan è nelle mani di gente che non ha cuore le sorti della squadra, l’amore dei propri tifosi. In questa situazione appare alquanto difficile vederci una via d’uscita. Il cambio tra Mihajlovic e Brocchi non ha fatto altro che aumentare i problemi ed il distacco tra la squadra, i tifosi e la sua dirigenza. ormai non ci si può più nascondere: il Milan ha bisogno di un cambiamento epocale, storico. Due punti tra Frosinone, Carpi e Verona, il Sassuolo che recupera otto punti in cinque partite, un contraccolpo psicologico senza eguali. L’ambiente è marcio, la situazione è irrecuperabile. Il rientro di Balotelli, un mercato incompleto, calciatori strapagati, ma mai utili ala causa. C’è poco da dire e tanto da fare, ma la luce non si riesce proprio ad intravedere.

 

This post was last modified on 15 Maggio 2016 - 12:44