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Se anche Kucka fatica…

E’ stato considerato da tutti il valore aggiunto di questo centrocampo, la pedina fondamentale, in grado di scardinare difese avversarie e trascinare i suoi con scorribande offensive. Le prestazioni dello slovacco sono state lampanti e palpabili alla vista di tutti, giornalisti e non. Contro il Frosinone però la condizione e il posizionamento adottato in campo non hanno reso giustizia al numero 27 rossonero. La mediana a tre ha complicato e di non poco le cose per il ventinovenne originario di Bojnice, incapace di trovare il giusto passaggio per i compagni, se non in due rare occasioni, di cui una sprecata malorosamente da Bacca.

Le sgroppate sulla fascia destra o in mezzo al terreno di gioco e la determinazione nel recuperare palla, hanno spesso e volentieri aiutato il Milan a risolvere situazioni intricate, dovute sempre alla mancanza di una regia congrua e precisa. Questa volta contro i gialloblu però non è andata nel verso sperato. Montolivo è risultato in più di un’occasione in affanno, sia nello smistare che nel recuperare fiato e posizione, mentre Josè Mauri si è dimostrato caparbio e voglioso ma forse un po’ troppo acerbo per tenere in mano le redini di una mediana a tre. Kucka, con un set del genere, non si è reso protagonista. Il cambio di modulo, da una regia a due, spesso e volentieri interpretata da Montolivo e Juraj, ad un tridente composto da quest’ultimi e Mauri, ha obbligato i rossoneri a una maggior concitazione di possesso palla, spesso buttata in avanti a random o passata malorosamente verso i difensori.

Mancanza di qualità, forse, che dovrebbe far cambiare ancora una volta idea all’allenatore, dunque. Come già Mihajlovic fece, anche Brocchi, pur essendo, a detta sua, soddisfatto dei propri uomini, dovrà rivedere uno schieramento riposto in campo che non ha reso di sicuro giustizia ai pochi elementi duttili rimasti a disposizione di mister e staff. Da sottolineare come lo slovacco avesse da poco recuperato da un risentimento muscolare che lo ha visto per circa due settimane fuori dal prato verde. Una macchina da guerra con qualche piccolo ingranaggio da smussare e accompagnare, nel migliore dei casi, da un degno regista e compagno di ruolo affidabile e dai sicuri piedi buoni.

 

This post was last modified on 4 Maggio 2016 - 09:21

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redazione