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Cina, Milan sul modello WBA o United? Tutti i retroscena

Da oggi, SpazioMilan.it ospita il punto di Salvatore Liuzzo, studioso di mercati asiatici ed appassionato di “fusioni” tra calcio e finanza. Inviate le vostre domande a Salvatore scrivendo a redazione@spaziomilan.it: nei prossimi mesi, proverà a dipanare i vostri dubbi sull’epocale passaggio di proprietà rossonera. In esclusiva per SpazioMilan.it.

Documento 46“. Sembra quasi il titolo di una puntata X-files, in realtà è il decreto siglato nel 2014 dal capo della repubblica cinese Xi Jinping fatto per favorire lo sviluppo dello sport in Cina ed incentivare enti statali e privati ad acquisire squadre europee. Ad aprire le danze è il gruppo Wanda che rileva il 20% delle quote per 45 milioni dell’Atletico Madrid, ma l’operazione che ha fatto piu clamore tra gli addetti ai lavori è la cifra sborsata dalla Cina Media Capital pari a 400 milioni di dollari per il solo 13% del pacchetto azionario del Manchester City. Questi sono stati i primi messaggi che la repubblica popolare cinese ha voluto dare al calcio europeo. Oggi si contano quasi 20 squadre con alla regia magnati, gruppi e cordate cinesi. Cordate? Sì, cordate. Questo termine che il tifoso rossonero ha impresso nella mente da due anni incute ingiustamente tanto timore, timore alimentato dagli sviluppi dell’altra sponda del naviglio, che vedono l’Inter esser stata acquistata dal solo colosso Suning.

In attesa di capire di più sull’acquisizione del Milan, è utile analizzare operazioni simili avvenute in giro per l’Europa. Il 5 agosto, in contemporanea al preliminare tra Fininvest e Sino Sport, in Inghilterra succede che il West Bromwich Albion di Jeremy Peace passa di mano per 200 milioni di euro alla Yun Yi Guokai Shanghai Sports Development Limited, fondata nel 2014 da Guochuan Lai, industriale cinese che ha dato un senso alla sua carriera attraverso la Palm Holding, di cui oggi dirige solo alcune filiali.

La Yun Yi Guokai Shanghai Sports Development Limited, che ha scalato il West Bromwich, è una società di gestione di risparmio e investimenti con sede a Shanghai e con a capo Guochuan Lai ed è a tutti gli effetti un consorzio in tripartita. Tre, infatti, sono le società d’investimento al suo interno, come tre sono i suoi azionisti (59% Shangai Jin Yun Investment controllata dalla Shangai Wei Yun Asset Ltd, 23% Shangai Yun Yi Investment management controllata dalla omomina Yun Yi Investment e 18% Shangai Yu Tay investment controllata da Shangai Yun Yao Asset Ltd). Sebbene tutto ruoti attorno alla figura di Guochuan Lai, i liquidi per l’acquisizione del West Bromwich sono stati forniti dalla Palm Holding tramite la Yun Yao Asset, dal fondo di investimento Yun Yi investment e dallo stesso Guochuan Lai.

Spiegare al lettore tutto il groviglio di aziende associate e fondi e veramente complicato, ci si perde in una matassa che ci sono volute settimane per sbrogliare: Yun Yi Guokai Shanghai Sports Development Limited, dopo l’acquisto del West Bromwich, forma altre società dedicate allo sviluppo dello sport e raccolta fondi e, come racconta il chairman Lai, “l’obiettivo è lo sviluppo del calcio cinese sfruttando i marchi europei, la costruzione di infrastrutture sportive”. Il tutto incentivato come si dice nel famoso “Documento 46”, dove emerge che il governo di Pechino fornisce incentivi e esenzioni sulle tasse a chi è possessore di stadi con capienza superiore a 3000 posti. “L’obiettivo del fondo – dichiara Lai – è quello di creare una struttura che raccolga capitali fino a 10 miliardi di yuan e che possa autofinanziarsi operazioni di marketing e partnership con aziende locali, con la speranza che possa avere benefici sul marchio aziendale”.

Capitolo Milan. Oggi il tifoso milanista è preoccupato per le sorti del Milan: la domanda che continua a porsi è chi siano gli investitori dietro Sino Sport. Le risposte le avremo (forse) solo dopo il closing previsto per il mese di novembre. Allora anche qui è utile sapere che in Cina qualcuno ha anche paragonato l’operazione Sino a quella fatta dalla famiglia Glazer per l’acquisto del Manchester United tramite un leveraged-buy out (acquisto a debito, ripagabile con i flussi di cassa) avvenuto sfruttando la Red Football JV (anch’essa uno Special Purpose Vehicle fondata ad hoc), soluzione che difficilmente Finivest avrebbe accettato, ma che permetterebbe all’acquirente di acquistare senza intaccare le risorse personali. Sempre ricalcando quando accaduto per il Manchester United, voci parlano anche per il Milan di un entrata in borsa. E qui entra in gioco la tanto discussa e “povera” Jilin Yongda Group di proprietà della Guangzhou HBSC investment: essa puo servire a Sino per l’ingresso in borsa tramite la consociata Jilin Yongda servizi finanziari. Tutto fa pensare che i nuovi acquirenti stiano creando una piattaforma strutturata in modo da autofinanziarsi e non ci resta che aspettare che Sino sveli le sue carte, prenda in mano il timone del Milan e lo faccia veleggiare verso lidi più adatti al suo blasone e alla sua storia.

Grazie ai “Milanisti Non Evoluti” per la collaborazione.

This post was last modified on 9 Settembre 2016 - 09:33

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redazione