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Ripensandoci, a due giorni di distanza, ancora risulta difficile capire come il Milan sia riuscito, in 90′, a segnare quattro gol. Non tanto per il valore assoluto dell’avversario o per la qualità messa in campo, ma per i numeri che domenica alle 17.59 inchiodavano i rossoneri come uno degli attacchi più sterili del campionato italiano, appena 8 gol in 6 giornate al pari del Bologna, ad una sola marcatura di distanza da altre realtà come Cagliari, Genoa, Pescara e Sampdoria. Peggio del gruppetto appena indicato, c’erano Chievo, Crotone, Empoli e Palermo, diciamo non compagini da vertice della classifica. Un terzo dei gol stagionali segnati in una sola sfida, schiacciato l’incubo Sassuolo e classifica sorridente, così come il tecnico rossonero Montella.

Ciò che sorprende di questo Diavolo, nonostante i mille difetti emersi, è la capacità, in qualsiasi modo, di trovare una rete. Fatte eccezioni per la sfida contro l’Udinese, match piombato a San Siro da un altro pianeta e completamente estraneo al contesto rossonero, e lo scontro con la Fiorentina, annullato dalla paura di entrambe di perdere, i meneghini hanno sempre trovato la gioia in fondo al sacco, spesso sorprendendo i propri avversari nei momenti in cui sembravano domati. Che sia un colpo da campione, vedi Suso a Napoli, o una giocata studiata e preparata, primo gol di Bacca contro il Torino, il risultato è il medesimo, per la soddisfazione massima di Montella che, ad inizio stagione, mai poteva immaginare di trovarsi alla sosta ad un punto dal Napoli secondo in graduatoria.

Non ci sono molte certezze, tanto meno automatismi o giocate a memoria, questa squadra ancora è ben lontana da quella immaginata dal proprio condottiero in panchina, ma porta punti e vittorie, e per ora va bene così. Per il bel gioco ci sarà tempo se dovessero arrivare i giusti interpreti, intanto bisogna solo applaudire il lavoro di valorizzazione effettuato dall’ex Sampdoria: Suso e Niang, da scarti, enigmi, oggetti misteriosi, reietti e teste calde, sono mutati in assoluti punti fermi, reali pedine insostituibili per lo scacchiere tecnico-tattico; Bacca, da partente e separato in casa, si è ritrovato capocannoniere della Serie A ed assoluto trascinatore del Milan, con il 50% dei gol segnati dal solo colombiano. La macchina dalle tinte rossonere non si ferma nel Gran Premio italiano, magari non ha il motore migliore o gli pneumatici più performanti, ma il pilota la fa viaggiare bene, sfruttando al meglio quei pochi punti di forza a disposizione. E spesso portare a casa punti, anche nelle tappe più difficili, significa costruirsi qualcosa per il finale, magari uno sbocco per l’Europa.

This post was last modified on 5 Ottobre 2016 - 00:14

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redazione