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Rassegna Stampa

Milan essenziale e con la testa, Montella è già da Champions e vede la Juve

Era da 6 anni che il Milan, dopo 8 giornate, non occupava il secondo posto. Posizione afferrata con forza a Verona, impiegando però un tempo per convincersi e poi battendo 3-1 il Chievo, volando alle spalle della Juve (e sabato a San Siro ci sarà proprio lo scontro diretto). E chissà se questa vittoria, la più importante, non scuota anche la muraglia cinese e convinca i compratori di aver messo le mani su un progetto molto interessante.

Certo, i rossoneri non hanno incantato. Essenzialità vs. aggressività, però limitata perché l’area di rigore del Diavolo viene messa di rado in difficoltà. Dopo aver rincorso per 45′, il Milan ha imitato gli avversari per segnare il vantaggio: pressing alto e palla recuperata grazie a Lapadula, sull’errore in combinazione di Cacciatore-Radovanovic, il resto lo fa la bellissima sassata di Kucka all’incrocio. Idem nel raddoppio, aperto dall’errore di Dainelli e trasformato in sprint devastante e gran gol in diagonale da Niang. Nella ripresa il Milan vola e non si ferma: si contano almeno 4 grandi occasioni, respinte da un Sorrentino in forma. Dalla sofferenza alla gioia, negli sgoccioli di gara arriva anche la terza rete: calcia (male) Bacca, la insacca Dainelli su incolpevole deviazione. La vera accelerazione, analizza La Gazzetta dello Sport, c’è stata nel post 2-0, quando il centrocampo ha smesso di essere in buona parte ostaggio dei veronesi ed è salito in cattedra: Bonaventura e Kucka hanno assistito meglio Locatelli, Niang diventa imprendibile, Abate resta guardingo in difesa e i cambi coprono la squadra. Così la Juve, quindi il primato della Serie A, è solo a una casella di distanza e il distacco potrebbero accorciarsi incredibilmente presto a -2. L’assenza più pesante era quella di Montolivo, assorbita dall’intelligenza del 18enne Locatelli: subisce un tunnel pronti-via e si becca un giallo alla mezzora, ansima nell’intercettare Birsa ma non perde la testa.

Pure Lapadula, alla presenza numero 2 da titolare, supera la prova ed eccelle per sacrificio: lotta su ogni sfera, ne sporca parecchi e va vicino ad infilarli nel sacco in almeno 3 momenti: c’è sempre Sorrentino a dirgli di no. Montella ha scelto di alzare Abate per mettere in crisi Gobbi, già alle prese con Suso, per sfondare da quel lato, però la vera tattica è stata colpire (apposta?) nei periodi più delicati e decisivi. Quarto successo in 5 partite, quinto risultato positivo di fila: non capitava da febbraio. Milan da Champions.

This post was last modified on 17 Ottobre 2016 - 13:45

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redazione