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Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

All’improvviso riappare Silvio Berlusconi. E con la sua consueta capacità comunicativa semina certezze e, allo stesso, dubbi sull’operazione più attesa dai tifosi del Milan in questo 2016: il cosiddetto “closing“, parola orrenda coniata dall’inglese per definire la chiusura della trattativa con la cordata cinese interessata ad acquisire la società rossonera attraverso l’ormai nota Sino Europe Sports. L’ex Cavaliere, dunque, ha scelto il derby per tornare in campo in ogni senso, visto che le dichiarazioni rilasciate in piena notte dopo la partita con l’Inter sono state solo le prime di una lunga serie da qui al 4 dicembre, giorno del referendum costituzionale. Che c’entra? C’entra. Nulla è mai casuale nella strategia verbale di Berlusconi che, ad esempio, dirà di “No” alla riforma Renzi-Boschi nonostante l’attuale premier lo stia invitando, imitando Lucio Battisti, a “non dire No“. Già, perchè dal 5 dicembre si aprirà ufficialmente la seconda fase di quel Patto del Nazareno lasciato sospeso da quasi due anni.

Tutto torna, quindi. Ma andiamo con ordine e parliamo di Milan, provando ad analizzare lo scenario “closing sì” e “closing no” relativamente alle dichirazioni rilasciate da Berlusconi nella notte tra domenica e lunedì. “Il closing è fissato per il 13 dicembre. Crediamo che non ci siano ostacoli a ottenere le autorizzazioni dallo Stato cinese. Pensiamo che avverrà nella data annunciata. Abbiamo assicurazioni molto precise e valide anche dalle banche che il 13 si chiuderà. Se non si sarà concluso, vedremo cosa fare“. In questo discorso l’ex premier rassicura su ogni aspetto “burocratico” dell’operazione, ma lascia aperta la porta ad un salto del banco. Perché? “Cautela dovuta”, può dire chi è convinto che comunque il 13 si chiuderà l’affare. “Nodi ancora da sciogliere”, può affermare chi sostiene che qualcosa non andrà per il verso giusto.

Questi nuovi soci cinesi insistono con molta determinazione affinché io rimanga presidente del Milan. Ma restare presidente in una società di altri, era una cosa che non potevo tenere in considerazione. Mi hanno offerto la presidenza onoraria, senza la nomina di un altro presidente. Penso che potrebbe provarsi una situazione del genere. Devo avere possibilità di intervento, ad esempio dire sì o no su acquisti e cessioni e sullo schema da tenere in campo. Se questa cosa mi sarà attribuita, proverò di accettare la presidenza honoris causae. La permanenza di Galliani è un’altra delle condizioni che metterò per accettare“. Il cuore centrale del discorso di Berlusconi si può sintetizzare così: “Vorrei rimanere con possibilità di intervenire, con Galliani al suo posto“. “Ipotesi remota, anzi, solo una speranza romantica”, può dire chi è convinto che comunque il 13 si chiuderà l’affare. “Tutto resterà come prima, a mo’ di bluff”, può affermare chi sostiene che qualcosa non andrà per il verso giusto. E poi una domanda che sorge spontanea: da quando un compratore del 100% di una società è socio di qualcun altro? Perchè Berlusconi definisce “soci” chi non lo sarà mai, se tutto andrà come deve andare?

Infine, il capitolo Donnarumma: “E’ un frutto del nostro vivaio, di nostri allenatori veramente capaci. Ha messo su molta massa muscolare e siamo contenti che sia arrivato in Nazionale. Dietro di lui, però, c’è anche un altro portiere che i preparatori mi dicono essere altrettanto bravo e questo vuol dire che bisogna credere nel vivaio“. Il presidente (perché qui Berlusconi parla da presidente a tutti gli effetti) elogia il suo gioiello e il Settore Giovanile. I maliziosi (e ben informati) pensano che Gigio sia già promesso alla Juve. Perché? Forse ci sarà bisogno di fare cassa. Mica i soldi per gli investimenti li metteranno i cinesi? A che serve una cessione eccellente? A proposito, ma Fassone cosa ne pensa? “Fassone chi?“, riponderebbe Renzi.

This post was last modified on 23 Novembre 2016 - 11:46