Prima il sole, poi la pioggia: 2 maggio 2004, il Milan batte a San Siro la Roma ed è Campione d’Italia

DOPO LA CORUNA, MILAN A +6 SULLA ROMA
Dopo l’eliminazione traumatica dalla Champions League del 7 aprile a La Coruna contro il Deportivo, i tifosi rossoneri non si sono persi in polemiche ma si sono precipitati a sostenere la squadra per evitare contraccolpi anche in campionato. Scelta saggia, visto che qualche difficoltà la capolista, il Milan, l’aveva in qualche modo patita. Dopo il 7 aprile, i rossoneri allenati da Carlo Ancelotti hanno superato di misura con un rigore negli ultimi minuti l’Empoli a San Siro, sempre negli ultimi minuti il Siena in Toscana con un 2-1 firmato Kakà in tuffo di testa, prima di pareggiare senza reti a Udine nell’ultima gara del mese. Sì sette punti, ma sofferti, tutti con risultati di misura e con pochi gol all’attivo. Ecco perchè il Milan non poteva nemmeno lontanamente pensare di fallire il primo match-point Scudetto proprio contro la Roma che era rimasta, dopo la crisi della Juventus, la vera avversaria dei rossoneri sulla strada del titolo tricolore. A tre giornate dalla fine, il Milan aveva un vantaggio di sei punti e con una vittoria a San Siro avrebbe potuto festeggiare.

DAL 6 GENNAIO AL 2 MAGGIO
La Roma era stata la capolista del torneo per larga parte del girone di andata, anche con vantaggi importanti in classifica su Milan e Juventus. Qualcosa però inizia a cambiare, e pesantemente, il 6 gennaio 2004. Contro una Roma data da tutti favorita per la vittoria finale dello Scudetto, i rossoneri senza Nesta riescono a vincere 2-1 grazie ad una doppietta bella e importante di Andriy Shevchenko. Da quel momento il Milan inizia una marcia di avvicinamento ai giallorossi che si concretizza prima il 28 gennaio appaiandoli dopo il 2-1 sul Siena nel recupero di campionato giocato dopo il rinvio della gara per l’impegno Intercontinentale del Milan a Yokohama, poi staccandoli vincendo 2-0 a Bologna il 1° febbraio. Un blitz cui il Milan doveva dare continuità, perchè la Roma 2003-2004 allenata da Fabio Capello era molto forte, con la coppia difensiva Samuel-Chivu, con un centrocampo fondato sul miglior Emerson e su un Mancini in grande spolvero, oltre che sulla coppia Totti-Cassano in attacco. Dopo lo Scudetto del 2001, la Roma capelliana era arrivata seconda nel 2002 e aveva fallito solo la stagione 2002-03 in Campionato, rispetto alla quale voleva assolutamente rifarsi.

FORMULA MONTE CARLO: SUBITO SHEVA
Il Milan aveva giocato la prima gara ufficiale della stagione a Monte Carlo, il 28 agosto 2003, Finale di Supercoppa Europea. L’uno a zero contro il Porto di Mourinho era maturato grazie ad un gol di testa in apertura di Andriy Shevchenko su cross da destra di Manuel Rui Costa. Nella partita scudetto del 2 maggio 2004, il Milan battezza, sceglie e concretizza lo stesso “schema”. Gran traversone da destra di Ricardo Kaká e deviazione vincente di testa di Sheva. Nulla da fare per Pelizzoli e Roma che sembra tramortita, frastornata, incapace di reagire. I veri attacchi e le vere occasioni giallorosse arriveranno poi nel secondo tempo. Il ricordo del gol decisivo di Sheva è abbinato all’esultanza di Adriano Galliani a fianco del presidente Berlusconi. Era maggio, faceva anche piuttosto caldo, ma il dirigente rossonero aveva voluto indossare il piumino invernale che in tante occasioni aveva “portato bene”. In una gara così decisiva, in una sfida così importante, segnare subito era fondamentale. Nel corso di un braccio di ferro per lo scudetto, la posta in palio definitiva e senza appello rende difficilissimo provare a rimontare anche un solo gol di scarto.

KAKA’: “I BELONG TO JESUS”
L’ultima fase del Milan-Roma 1-0 dello scudetto del 2 maggio 2004, è avvelenata e polemica. La Roma protesta a lungo nei confronti dell’arbitro Messina, per via di un fallo di mano su un calcio di punizione romanista. Dopo la mancata concessione del rigore, partono petardi dalla Curva giallorossa che si trovava al 1° anello. proprio nel settore retrostante la porta rossonera. Ne fanno le spese Nelson Dida e Rino Gattuso. Quest’ultimo polemizzerà su questi episodi con Fabio Capello, nel post-partita. Intanto l’allenatore della Roma aveva avuto il suo bel daffare, sul campo, durante una breve sospensione della partita, per provare a calmare i propri sostenitori. La gara era iniziata con il gran gol di Sheva sotto il sole e si conclude sotto una gran pioggia che fa dire a Carlo Ancelotti: “La pioggia di oggi purifica la mia grande delusione di quattro anni fa a Perugia, adesso i conti sono chiusi”. Durante la festa scudetto sul campo, Ricardo Kaká, il grande protagonista di quella stagione, già amatissimo dai tifosi, fa la sua personalissima dedica: “I belong to Jesus”, era la scritta esibita sulla propria maglietta.

fonte: acmilan.com

 

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