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Editoriale

Donnarumma è tornato o era solo ostaggio del “duo” Fassone-Mirabelli?

“E’ tornato Donnarumma”: mi fa quasi ridere leggere i giornali di questi giorni ripensando a quello che è successo nell’ultimo anno. Anche in questo caso, come su molti altri temi legati al Milan degli ultimi tempi, la stampa nazionale ha dato prova di grande banderuolismo soggetto ai diktat di regime e totale capacità di analisi critica, men che meno di obiettività. Ricostruiamo la storia di Gigio. Scoperto dalla famiglia Raiola che inizia a seguirlo fin da bambino viene portato da Mino al Milan come enfant prodige. Brucia le tappe nelle giovanili e viene lanciato in prima squadra da Mihajlovic che deve far fronte alla palese inadeguatezza di Diego Lopez. Sinisa lo impone a 16 anni titolare, contro il parere addirittura di Berlusconi e Galliani che pure credevano tantissimo nelle potenzialità del 16enne. I dirigenti del Milan avevano paura di “bruciarlo”. Mihajlovic fa di testa sua e Gigio regge bene l’urto. A dire il vero nelle prime 3 gare commette un errore grave a partita, ma sfoggia una sicurezza da veterano. Allenatore e società lo proteggono, la stampa ignora gli errori e da tutti viene dipinto come il Fenomeno della nuova generazione. Effettivamente lo è, ha davvero le carte in regola per diventare il Maldini dei pali del nuovo millennio, ma per dar vita a una carriera così deve essere guidato, aiutato e protetto. Ottimo primo anno da titolare e molto bene anche il secondo, a Doha diventa l’eroe dell’ultimo trofeo vinto dal Milan. Nel confronto a distanza straccia Buffon e per tutti è il suo erede. Ovviamente lo è anche per il suo procuratore Mino Raiola che ci ha creduto prima di tutti e si trova in mano un’altra gallina dalle uova d’oro. Per Gigio e la sua famiglia Raiola è più di un procuratore ed è normale visto che grazie alla sua mediazione Gigio è diventato titolare del Milan a 16 anni. Ne compie 18 a fine febbraio e fino a quel momento non è possibile rinnovargli il contratto.

Dopo innumerevoli slittamenti di closing, caparre, proprietari asiatici, americani e lussemburghesi sembra che il sipario si possa alzare definitivamente sul teatrino di Fassone e Mirabelli. Ovviamente Raiola preferisce trattare il ricchissimo rinnovo con i nuovi dirigenti per poter spuntare le migliori condizioni economiche, soprattutto in previsione di una futura cessione del suo baby Fenomeno. Nessuno può obbligare Raiola a sedersi al tavolo, tantomeno un dirigente uscente come Galliani. Dopo il closing arriva dall’alto il diktat della “de-raiolizzazione” del Milan, il duo Fassone-Mirabelli esegue, anche se non è certo il modo migliore per preparare il terreno di una difficilissima trattativa. Difficilissima perché lo scaltro Mino ha il coltello dalla parte del manico, infatti se Gigio non rinnova se ne può andare a parametro zero a percepire un ingaggio fenomenale. E in quel caso il Milan perderebbe a zero il suo miglior patrimonio tecnico. La strategia migliore è trattare con il procuratore e lisciargli il pelo per indurlo a rinnovare a condizioni favorevoli al Milan. E invece la strategia del “duo” è l’esatto opposto. Prima fanno uscire sui giornali un messaggio a dir poco controproducente della serie: “Se non rinnova Donnarumma può anche stare in tribuna per un anno, noi prendiamo un altro portiere”. Raiola non crede ai suoi occhi. Se vogliono il braccio di ferro lui è felice, tanto sa già di vincerlo. Allora la nuova strategia del “duo” è quella di far passare Donnarumma come un traditore, mettergli contro i tifosi e provare a fargli pressioni della serie “se tieni al Milan cambia procuratore”. Viene tollerato uno striscione “traditore” davanti alla sede e viene inquinata la sua presenza in nazionale con la triste scena dei soldi gettati in campo. Per tutti diventa “Dollarumma”. Ed è sempre un ragazzo di 18 anni. Che già dovrebbe gestire le pressioni del campo. Ed essere protetto da quelle esterne. Invece in questo caso la società non solo non lo protegge, ma lo espone. Intanto l’estate passa e nonostante i numerosi e dispendiosi acquisti rimane il problema del rinnovo di Gigio. Raiola rimane fermo sulle sue posizioni, sa di poter giocare con i dirigenti del Milan come il gatto col topo. E loro ancora una volta cascano nella trappola. Si travestono da poliziotto buono e poliziotto cattivo: Fassone tende la mano a Raiola dicendo: “E’ tutta colpa di Mirabelli se Raiola è irritato, con me non ci sono problemi”. E’ un invito a cena: Raiola si siede e mangia, tutto quello che vuole lui. Con forchetta e coltello, che ha sempre avuto dalla parte del manico. 6 milioni all’anno a Gigio, 1 al fratello e la percentuale sulla futura cessione. Tutto quello che voleva lui.

I due mesi di ritardo e di tensioni sono serviti però a rovinare l’estate di Donnarumma e a mettergli contro i tifosi, una ferita che non si è più ricucita. E si è ripresentata a ogni errore della passata stagione. Di errori Gigio ne ha fatti, tanti e in generale non sembrava più lui. Ma non ha mai ricevuto la protezione che si doveva a un ragazzo di 18 anni. “Con tutti quei soldi che prende non deve essere protetto”: dicevano, ma proprio perché prendeva tutti quei soldi avrebbe dovuto essere tutelato come patrimonio del club. E invece era molto comodo per l’ex dirigenza usare il raiolato e strapagato Donnarumma come scusa per i fallimenti tecnici. Non la difesa colabrodo guidata da Bonucci, ma gli errori di Donnarumma. Lui e Montella sono diventati i capri espiatori di una stagione fallimentare al limite del paradosso. A gennaio poi l’ultimo colpo di genio del duo Fassone/Mirabelli. Senza nessuna garanzia e nemmeno nessuna trattativa per la cessione di Donnarumma a giugno, il “duo” pensa bene di mettere sotto contratto (pluriennale e principesco) l’anziano Reina. Per il quasi 19enne Donnarumma e per la sua sicurezza è un altro duro colpo da incassare. Gigio finisce male la stagione ed è molto comodo per il “duo” attribuire a lui le colpe dei fallimenti di coppa: “Il Milan è uscito con l’Arsenal per colpa di Donnarumma e ha perso la finale con la Juve per colpa di Donnarumma”. Nel frattempo Fassone e Mirabelli non sono riusciti a intavolare nessuna trattativa per vendere Gigio che dopo un anno così ha ovviamente perso molto del suo valore di mercato. Consigliano vivamente a Gattuso di imporre titolare Reina nella nuova stagione. In un anno Fassone e Mirabelli passano dall’avere un portiere fenomenale che prendeva 400.000 euro a un insicuro lungagnone di 18 anni che incassa 6 all’anno più quelli del fratello. E insieme compongono una rosa di portieri più nutrita e più cara di quella degli attaccanti. Semplicemente incredibile. Per fortuna di Donnarumma e del Milan l’Uefa fa calare il sipario sul teatrino delle ombre cinesi e pian piano torna tutto a posto. Anche e di danni da riparare ce ne sono molti. La nuova dirigenza consiglia a Gattuso di far giocare il giovane portiere, primo perché è più forte, secondo perché bisogna restituirgli il valore perduto. Donnarumma torna ad avere sostegno, fiducia e protezione e guarda caso torna ad essere quello di un anno fa. Pronto per la grandissima carriera che si merita. Quindi, Donnarumma non è tornato, ma è semplicemente cresciuto. E sono sicuro che questo anno di sofferenze, colpi bassi, guerre interne e tensioni gli sia servito tantissimo a completare la sua maturazione. Gigio ha sempre saputo che il “traditore” non era certo lui.

This post was last modified on 13 Settembre 2018 - 15:15

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redazione