
L’andata di Coppa Italia di ieri sera, che ha visto i rossoneri pareggiare a reti bianche contro la Lazio, ha visto un protagonista in negativo: Suso. Lo spagnolo è stato uno dei principali artefici della risalita guidata da Gattuso, con gol e assist che ad inizio stagione hanno tenuto a galla il Milan mantenendo una fiducia insperata negli obiettivi futuri. Ma – sarà la pubalgia – lo spagnolo sembra essersi perso senza riuscire più a ritrovarsi. Così, se il 2018 lo aveva visto vestire i panni del leader, il 2019 sembra averlo reso un fantasma in campo, quasi come se gli mancasse la motivazione per far bene, nonostante alle sue spalle ci sia un Castillejo in netta ascesa.
Ieri Suso ha toccato meno palloni di Piatek, il quale è stato poco e mal servito, confermando nuovamente il suo momento no. Ormai sappiamo tutti, tifosi ed addetti ai lavori ma non solo, che Suso vive di fiammate in cui la sua tipica giocata sembra riuscire ad ogni condizione: punta l’avversario, rientra sul sinistro e tira/crossa. Ma sembra che oggi tutti abbiano capito l’antifona ed ogni suo tentativo si rende vano anche solo nel momento in cui pensa ad eseguirlo. In un’intervista di qualche settimana fa ha anche dichiarato che spesso fa fatica a star dietro a tutto quello che Gattuso gli chiede di eseguire, come contro la Roma, in cui è stato costretto a fare praticamente il terzino aggiunto. Ma – come successo anche con Calhanoglu – se la qualità viene a mancare, è fondamentale per una
Un’interpretazione di questo inspiegabile calo fisico e mentale potrebbe anche essere attribuita all’arrivo di Piatek e Paquetà, che sembrano aver conquistato i tifosi rossoneri
This post was last modified on 27 Febbraio 2019 - 16:53