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Differenze tra i due tempi

Dopo quattro partite di buio completo in cui non si vedeva un gioco, un’anima e si faticava anche solo a calciare verso la porta, nonostante le vittorie contro Brescia e Verona, la dirigenza milanista a Torino ha visto finalmente accendersi una fiammella. Sembra un vero e proprio paradosso, visto il risultato finale, eppure è così.

PRIMO TEMPO DA BIG – Nei primi quarantacinque minuti contro i granata si è finalmente vista una squadra in grado di mettere sotto l’avversario. Si è visto un gioco riconoscibile e i giocatori sono stati messi nelle condizioni di avvicinarsi di più e meglio alla porta. Tutti passi in avanti che fanno pensare a una possibile inversione di rotta. Tanto che a fine gara lo stesso Giampaolo ha parlato di “miglior Milan della stagione”. Peccato però, che le partite sono composte da due tempi, e Belotti nella ripresa ha ribaltato la gara, anche perché i rossoneri si sono sgonfiati, spenti e hanno praticamente staccato la spina.

USCIRE DALLA PARTITA – Come detto, nel primo tempo delle ultime due gare giocate, i rossoneri hanno comunque dimostrato di sapere approcciare bene alle partite gestendo in maniera sufficiente i primi 45 minuti. Dopo, però, clamorosi black out, ma dovuti a cosa? Tra gli argomenti più gettonati che riguardano le attuali condizioni del Milan, c’è sicuramente l’età media molto giovane, che porta probabilmente a peccare un pò troppo di inesperienza nella gestione di una singola partita, che come quella di due sere fa, può andare a complicarsi non facendo il goal del 2-0.

Secondo discorso, che sembra quasi evidente notando la differenza tra i due tempi, è l’incapacità fisica di gestire i ritmi. Un crollo cosi verticale può essere condizionato anche dal ritardo della condizione fisica appunto, ma pensandoci bene, può diventare un paradosso se consideriamo l’età prettamente giovane dei giocatori in campo, che al contrario dovrebbero avere le forze fisiche e mentali per restare in partita molto di più.

FUTURO – Margini di miglioramento e passi in avanti verso il Milan che verrà sono stati sicuramente notati e a tratti anche apprezzati. Da questa piccolissima luce in fondo al tunnel parte proprio la dirigenza del Milan, per confermare la fiducia verso il suo allenatore, mai comunque mancata. Tutti credono nel suo lavoro, sono disposti a dargli altro tempo, perché il progetto è condiviso. Ma adesso, serve necessariamente trovare un antidoto per superare un primo mese da incubo.

This post was last modified on 27 Settembre 2019 - 22:53

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redazione