Il periodo del Milan è il peggiore dal post Covid. Dalla vittoria di Salerno, 1-2, sono passati 26 giorni. Dopodiché tantissime delusioni. Il fondo, si augurano i tifosi rossoneri, è stato toccato nella sconfitta di ieri contro il Sassuolo, 2-5. Sul ‘momento no’ del Diavolo è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi.
Di seguito le dichiarazioni dell’ex allenatore capace di vincere con il Milan due Coppe dei Campioni consecutive (stagioni 1988-89 e 1989-90): “Il Milan non è più un collettivo. Ha vinto lo scudetto giocando come una squadra e ora si sono perse quelle caratteristiche. Può capitare. Giocare ‘di squadra’ non è un imperativo etico, ma permette di essere più efficienti. Il Milan era una squadra di grande movimento, i reparti sempre connessi e vicini, i giocatori si aiutavano. Giocavano come i padri fondatori avevano immaginato si dovesse fare: il calcio è uno sport collettivo e offensivo, mentre in Italia lo abbiamo sempre considerato uno sport individuale e difensivo. Il Milan si distingueva, era europeo. Ora non più“.
Cosa bisogna fare: “Bisogna risolvere un problema alla volta. Se si vuole intervenire su tutto, non si combina granché. Pioli è stato bravissimo, adesso deve convincere i giocatori. Bisogna entrare nelle loro teste. Bisogna ritornare a essere una squadra. Nel Milan ci sono tanti ragazzi che non hanno molta esperienza e magari non sono tecnicamente al top. Se giocano individualmente, si perdono. Se fossi l’allenatore direi una cosa sola, prima di entrare in campo per l’allenamento: ‘dovete tornare a essere una squadra’. Tocca a Pioli stimolare la reazione dei suoi giocatori“.
I giovani: “Con i giovani bisogna avere pazienza, molta pazienza. Questi ragazzi si sono trovati una condizione particolare: da semisconosciuti che erano si sono trovati, dopo aver conquistato meritatamente lo scudetto, improvvisamente proiettati sul palcoscenico. Questo può destabilizzare“.
L’origine dei problemi: “Adesso i problemi nascono dalla testa. Anche se può essersi aggiunto qualche problema fisico. Alcuni giocatori sono tornati dal Mondiale, forse erano stanchi: queste manifestazioni ti prosciugano“.
I nuovi arrivati: “È difficile entrare nei meccanismi di una squadra proprio nel momento in cui la squadra sta accusando qualche difficoltà. Certo, De Ketelaere ha buone qualità, però è alla prima esperienza in Italia, dobbiamo dargli il tempo di capire la nuova realtà. Ma ripeto, non è un solo giocatore che può risolvere il problema: è il Milan che tutto insieme deve tornare a essere una squadra. L’anno scorso, pur avendo speso meno di Inter, Juve e Roma, li ha messi tutti dietro. Un capolavoro. Oggi i ragazzi di Pioli sembrano sbadati“.
Clemente Grimaldi
This post was last modified on 31 Gennaio 2023 - 10:59