Nuovo stadio, si blocca tutto? Doccia gelida per Inter e Milan

Inter e Milan: il nuovo stadio tra investimenti e scetticismo di Beppe Marotta.

Inter e Milan sono pronti a mettere sul piatto un investimento da capogiro per il nuovo stadio, ma Giuseppe Marotta, presidente nerazzurro, non nasconde un po’ di preoccupazione: “Sono scettico sull’iter da seguire per i tempi, gli investitori non possono aspettare per sempre”.

Parole che pesano, dette con il cuore in mano durante la quinta edizione del “Merger & Acquisition Summit” organizzato da Il Sole 24 Ore. Tra un intervento e l’altro, Marotta ha spaziato dall’arrivo delle proprietà straniere nel calcio italiano al progetto che potrebbe cambiare il volto di San Siro, toccando temi caldi che tengono i tifosi con il fiato sospeso.

Nuovo stadio Inter e Milan: un progetto ambizioso tra luci e ombre

Il sogno di un nuovo stadio condiviso da Inter e Milan non è una novità, ma ora sembra più concreto che mai. Le due società milanesi vogliono investire pesantemente per trasformare San Siro in un impianto moderno, capace di competere con i top club europei. Eppure, Marotta frena gli entusiasmi: “Negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti 153 stadi, di cui solo tre in Italia. L’iter burocratico qui da noi è un ginepraio“. E non ha tutti i torti: secondo dati UEFA, paesi come Inghilterra e Germania viaggiano a velocità doppia, mentre in Italia ogni passo è una corsa a ostacoli. “Il giorno dopo aver depositato la proposta d’acquisto, è arrivato un esposto alla Procura”, racconta, sottolineando come i tempi si allunghino tra carte e cavilli.

Nuovo stadio Inter e Milan: un progetto ambizioso tra luci e ombre (ANSA) spaziomilan.it

Ma perché tanta urgenza? Semplice: gli investitori, che siano fondi come Oaktree o altri partner, non amano stare con le mani in mano. “Sono disponibili a mettere i soldi, ma non possono aspettare all’infinito”, precisa Marotta. E il calcio italiano, unico in Europa senza aiuti statali per le infrastrutture sportive, non facilita le cose. Nonostante tutto, Inter e Milan non mollano: il progetto per San Siro è un tassello chiave per tornare grandi, non solo in campo ma anche nei bilanci.

Proprietà straniere nel calcio: da mecenati a manager, l’evoluzione secondo Marotta

Marotta non si è limitato allo stadio. Ha dipinto un quadro vivido di come il calcio italiano sia cambiato negli ultimi anni: “Le proprietà straniere hanno salvato Milano. Senza Zhang, Oaktree ed Elliott, saremmo stati in guai seri”. Un’osservazione che fa riflettere. “Nel 2011 tutte le squadre di Serie A erano in mano italiane, oggi abbiamo otto proprietà americane e undici straniere”, dice, citando dati riportati da Calcio e Finanza.

Scaroni Marotta
Proprietà straniere nel calcio: da mecenati a manager, l’evoluzione secondo Marotta (LaPresse) SpazioMilan.it

Oggi è tutta un’altra musica. “Le proprietà straniere, come Oaktree, puntano sulla sostenibilità”, spiega Marotta. Elogia il fondo che controlla l’Inter: “È arrivato in punta di piedi, garantendo stabilità senza fare rumore. Ha confermato l’area sportiva e ci lascia lavorare, con un confronto quotidiano su gestione e finanza”. Un approccio che ricorda le parole di Sergio Marchionne, che Marotta cita come maestro: “Un top manager sceglie i valori e le persone con cui lavorare”. E Oaktree sembra averlo capito, lasciando a Marotta le deleghe per decidere, un aspetto che lui considera sacro: “Non potrei mai lavorare senza avere carta bianca”.

Ma il vero nodo resta lo stadio: Inter e Milan vogliono un impianto all’altezza, che generi ricavi e attragga tifosi da tutto il mondo, come succede con l’Allianz Arena o il Wanda Metropolitano.

 

Giulia Bianchi

Cresciuta a pane, calcio, basket e bistecca dal 1997. Collaboro con il network Nuovevoci da anni e lavoro per DAZN, cercando di trasformare ogni evento in una narrazione coinvolgente. Quando non sono al computer o allo stadio amo esplorare i paesi nordici e perdermi nei mondi fantastici del cinema fantasy, da sempre fonti inesauribili di ispirazione. Oltre alle maglie da calcio vintage colleziono scarpe, mie piccole ossessioni. Giornalista Pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana con tessera n. 17899
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