Il grande colpo dell’estate rossonera è fermo ai box dopo un infortunio al perone. Ma la sua assenza non ha mandato in crisi il centrocampo rossonero.
Il Milan scende in campo contro l’Udinese per la gara valida per la quarta giornata di Serie A. Gli uomini di Allegri proveranno a strappare tre punti importantissimi per la classifica. In panchina non ci sarà Allegri, a seguito dell’espulsione recuperata contro il Bologna. Al suo posto il suo vice Landucci.
Il Milan deve fare i conti con gli infortuni di Leao, Jashari e Maignan. Ma la formazione rossonera ritrova Pavlovic schierato titolare contro i friulani. Ma quando tornerà anche Jashari?
Milan, Jashari out: i tempi di recupero
Ardon Jashari, arrivato dal Club Brugge dopo trattative lunghe e intense, ha esordito con il Milan con soli dieci minuti contro la Cremonese, prima che un incidente in allenamento lo costringesse a fermarsi. Un contrasto con Santiago Giménez ha provocato la frattura del perone, fortunatamente composta.

I tempi di recupero ufficiali parlano di otto settimane per tornare ad allenarsi in gruppo, e di dieci settimane per un ritorno effettivo in campo. Naturalmente, questi tempi potrebbero variare in base alla risposta fisica di Jashari, alla sua condizione individuale e al lavoro personalizzato che seguirà.
Secondo quanto raccolto da La Gazzetta dello Sport, il calciatore ha già segnato una data come tappa importante sul suo calendario mentale: vuole rientrare prima della pausa per le nazionali di novembre. Massimiliano Allegri, in conferenza stampa, ha confermato che il giocatore procede nei tempi previsti, evidenziando che la squadra non subirà scossoni eccessivi dalla sua assenza.
Allegri aspetta Jashari, ma intanto rinnova il centrocampo
Nel frattempo, il Milan non è scoperto: la rosa a centrocampo è vasta e di qualità. Calciatori come Luka Modric, Youssouf Fofana, Adrien Rabiot e Loftus-Cheek sono impegnati a coprire i ruoli principali.

Anche se l’obiettivo è tornare prima della sosta di novembre, è probabile che Jashari serva ancora tempo per ritrovare forma ottimale e continuità di rendimento. Alcune fonti suggeriscono che solo all’inizio del 2026 lo svizzero potrebbe essere pronto per offrire contributi importanti come quelli immaginati in sede di mercato.
La sfida per lui è duplice: recuperare fisicamente e mentalmente, dimostrare di meritare spazio in un centrocampo competitivo, e inserirsi in una struttura di squadra che già funziona.