Quindici-Diciotto. No, non è la rievocazione della Prima Guerra Mondiale. Bensì i punti macinato rispettivamente dalla Juventus, capolista, e dal Milan, nel girone di ritorno. Numeri che possono piacere giusto agli statistici, ma che testimoniano l’importanza e la portata della cavalcata della squadra di Massimiliano Allegri. Semplicemente inimmaginabile fino allo scorso ottobre.
Lo abbiamo già detto in tutte le salse che nessuno avrebbe potuto ipotizzare ad un Milan in grado di insidiare il secondo posto del Napoli. Eppure oggi i rossoneri viaggiano a medie impressionanti. Nelle otto gare del girone di ritorno hanno segnato dodici reti e ne hanno subite cinque. La Juve, in questo senso, ha realizzato un po’ di più, quattordici gol, ma ha subito lo stesso numero, cinqe appunto. Non si tratta di una coincidenza. E nemmeno di uno stato di grazia migliore del Milan rispetto a quello della squadra di Conte. E’ la storia in numeri di una rosa, quella di Allegri, che ha cominciato a rodare più tardi i meccanismi e che se il campionato fosse iniziato nel 2013 avrebbe potuto tranquillamente giocarsi il tricolore. Ora è tardi e qualche rimpianto comincia ad affiorare.
Se, infatti, nel reparto avanzato il Milan ha trovato in due-tre elementi la chiave per tornare su medie d’alta classifica (vedi Pazzini ed El Shaarawy miglior coppia della Serie A, potenziale tridente con Balotelli), è nel pacchetto arretrato che occorrerà apporre correzioni. Adriano Galliani ha affermato che si punterà su Bartosz Salamon, giovane polacco arrivato nell’ultimo giorno di mercato, ribattezzato da Gino Corioni “il nuovo Baresi” proprio in occasione di un’intervista a SpazioMilan.it. Salamon o no, a questo Milan serve un Thiago Silva. E non è un caso che la scorsa estate qualcuno piangesse di più per quell’addio piuttosto che per Ibrahimovic. I fatti e le statistiche danno ragione a quei tifosi. Ma l’estate 2013 potrà essere diversa da quella del 2012. Almeno in uscita. Come dire: si può solo risalire.