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SM ANALISI/ Difesa ancora troppo discontinua, ma con la bellissima sorpresa De Sciglio. Flop Acerbi

Tempo di Pasqua e anche tempo di un bilancio di metà percorso per vedere con che forze e come arriva alla volata finale il reparto difensivo del Milan. Un reparto spesso bistrattato e colpevolizzato nell’inizio di stagione ma che alla lunga si è dimostrato via via sempre più efficacie. La mancanza di un vero leader come Thiago Silva o come Nesta ha lasciato un vuoto ancora oggi non riempito, anche se alcuni giocatori hanno dimostrato di avere le caratteristiche per poter far bene una volta acquisita la continuità necessaria.

Continuità che in primis ha faticato a trovare il nostro portierone Christian Abbiati. Incerto nelle prime gare e vittima forse di una squadra che concedeva troppo agli avversari ha palesato non poche incertezze che hanno indotto persino Adriano Galliani a non rinnovargli il contratto in scadenza; Galliani che già aveva dato all’estremo difensore del “”portiere di m…” dopo la papera al San Paolo, scusandosi e classificando poi quanto detto come imprecazione da tifoso. Dietro di lui scalpitano Amelia che paga con la panchina alcuni tremendi errori (come il gol di Candreva all’Olimpico) e Gabriel che non si esalta nel campionato Primavera come lo fa in allenamento quando para con sicurezza i rigori a Robinho.

Passando alla linea di difesa vera e propria anche qui vige la regola della discontinuità. Si passa da una prima parte di stagione incredibilmente orribile, ad una ripresa eccezionale anche se condita sempre con errori e sbavature da limare. Zapata e Mexes che ormai formano coppia fissa davanti ad Abbiati mostrano grande sicurezza quando arrivano i lanci lunghi: Mexes di testa non ne sbaglia una, mentre Zapata è sempre pronto a piazzare l’anticipo giusto. Che però gli attacchi non vengano giù palla al piede perché allora si mostrano tutte le lacune dei due centrali: esempio ne è stata la batosta subita al Camp Nou dove un centrocampo dal filtro sterile ha lasciato spazi per le giocate palla a terra dei blaugrana. Risultato? Uno Zapata in evidente imbarazzo e incapace di fermare i tiri di Messi e uno spaesato Mexes.

Abate a destra corre, corre e corre. Macina chilometri su quella fascia, ma per carità non fatelo difendere. Ottimo se deve ripiegare in fretta e furia ma pasticcione se puntato direttamente. A suo favore c’è da dire che è sempre propositivo in avanti e la sua corsa ne fa uno dei migliori interpreti. Constant a sinistra fa altrettanto con un po’ più di qualità e un po’ di corsa in meno. Anche lui quasi perfetto nella fase propositiva, ma di difensore ha ben poco. Chi è rimasto ai margini è Antonini che ha visto il suo posto da titolare passare in mano a Constant e non è stato più capace di riprenderselo.

Un commento a sé lo merita il miglior prodotto della nostra cantera: Mattia De Sciglio. Partito come riserva per via dell’età è stato buttato nella mischia nel derby e da lì in poi è stata una ascesa continua. Prestazioni ottime anche quando la squadra girava poco hanno portato in un anno il giovane Mattia dalla primavera rossonera alla nazionale maggiore. Questo la dice lunga sui progressi del ragazzo e sottolinea ancora una volta quanto il Milan stia investendo sui giovani, sui suoi giovani.

Chi paga lo scotto di lasciare spazio a chi più giovane di lui sono Bonera e Yepes. Il primo è diventato un leader nello spogliatoio e per un certo periodo fino all’infortunio anche in campo, il secondo, altrettanto leader, ha guidato la difesa con esperienza e accortezza, mettendo a volte in mostra tutte le carenze di velocità che uno di 37 anni suonati può avere. La partenza di stagione di Bonera aveva fatto stropicciare gli occhi a molti per il salto di qualità psicologico e tecnico del difensore bresciano: fino all’anno scorso rincalzo da Tim Cup ora titolare e con merito.Poi i continui problemi muscolari, e addio forma smagliante.

Passando ai volti meno noti bisogna prendere in considerazione Didac Vilà che sembrava in procinto di tornare in Spagna sia ad Agosto sia a Gennaio, ma poi in entrambi i casi il ragazzo è rimasto. La pubalgia che lo colpisce da Ottobre non gli permette di dimostrare qua a Milano le sue doti che con la nazionale under 21 spagnola aveva messo in mostra spingendo la dirigenza rossonera al suo acquisto. Di Gennaio sono gli arrivi di Zaccardo e Salamon ma entrambi hanno avuto poco spazio e quindi per loro le valutazioni sono rimandate.

Questo è il quadro della difesa rossonera: un reparto non ancora svecchiato del tutto e vittima di partenze pesantissime e difficilissime da colmare. Un reparto che ha mostrato fin qui due volti: quello solido visto all’andata di San Siro col Barcellona, o quello facilmente perforabile di inizio stagione. Un reparto che ha al suo interno gente d’esperienza come Yepes ma chiaramente alla fine della parabola discendente della sua carriera, e un ragazzino come De Sciglio che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori. Un reparto che Allegri farebbe bene a migliorare sotto il profilo della concentrazione, perché le sbadataggini che si sono viste alla lunga potrebbero costare questo tanto inseguito secondo posto.

This post was last modified on 21 Marzo 2013 - 18:23