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Pescara: Perin portiere di prospettiva, fase difensiva colabrodo

nuovo.archivio.foto.romagnoli.pescara.contrasto.ferrari.538x358All’Adriatico serve una vittoria. A tutti i costi. Perché il Pescara, fanalino di coda della classifica e già condannato alla cadetteria, non è un avversario da temere. Certo, non va sottovalutato. Ma va attaccato, con grinta e determinazione, dall’inizio alla fine. Il materiale a disposizione di Bucchi è carente sotto ogni punto di vista. Se poi ci si ostina a mettere in scena un 4-2-3-1 di stampo offensivo, in cui i centrocampisti arretrati non sono veri e propri incontristi e i trequartisti ripiegano senza regolarità, la situazione precipita. E il Pescara si trasforma in una squadra materasso. Il Milan deve cogliere l’occasione. E fare i tre punti, per poi involarsi verso i playoff di Champions League.

Punto di forza: Perin. L’estremo difensore degli abruzzesi, classe 1992, rappresenta una delle rivelazioni del campionato. Eccelle sia tra i pali, sia nelle uscite. Dispone di esplosività. Assicura carisma e personalità. Tutte le vittorie del Pescara sono arrivate grazie a suoi straordinari interventi. Fino ad ora, ha salvato il salvabile. Nulla ha potuto, ai fini della retrocessione, dal momento che i compagni e gli allenatori susseguitisi non si sono dimostrati all’altezza della situazione. Nemmeno nel più surreale dei film, un portiere è in grado di salvare le sorti di una squadra allo sbaraglio dalla prima all’ultima giornata di campionato. L’elemento in questione merita palcoscenici migliori. Il Milan e altre grandi d’Europa hanno intenzione di monitorare con attenzione la sua situazione. E di farsi avanti con decisione, specie in caso di retrocessione del Genoa, società in possesso del cartellino del portiere in forza ai Delfini.

Punti deboli: difesa, centrocampo e assetto tattico. Come può una squadra priva di qualità ed esperienza pensare di rimanere in massima serie predicando un calcio di stampo prettamente offensivo, in cui non vengano contemplati tatticismi, catenacci e ripiegamenti? Togni non sfigura, in merito a doti tecniche, ma manca di dinamismo e di abilità nell’interdizione. Rizzo è un interditore promettente, ma non ha la cognizione dello sviluppo delle azioni. Come possono questi ultimi reggere una mediana poco supportata dai trequartisti? Non sarebbe stato il caso di rinforzare il centrocampo, inserendo uomini di rottura e rinunciado a qualche elemento offensivo? Così facendo, la difesa sarebbe stata maggiormente protetta e meno messa alla berlina. Arriviamo allora alla retroguardia. Composto da centrali privi di senso della posizione e da esterni inconcludenti sia in fase di spinta, sia in copertura, il pacchetto arretrato del Pescara è un colabrodo. E’ lì che si vedono i risultati di un’impostazione tecnico-tattica sbagliata. E’ lì che vengono commessi gli sbagli più evidenti. Più evidenti, appunto, ma non i principali. Perché con un centrocampo privo di filtro, anche la retroguardia più forte al mondo incontrerebbe difficoltà. Figuriamoci Zanon, Capuano, Kroldrup, Balzano e colleghi…

Elemento chiave: Sforzini. Non è un né bomber, né una punta elegante. Ma dall’alto dei suoi 193 cm per 83 kg, annovera nel proprio repertorio la fisicità e una buona elevazione. Sa fare salire la squadra, creando spazi per i compagni, e imporsi nel gioco aereo. Verticalizzando per lui, il Pescara può respirare e sfruttare interessanti seconde palle. I nostri difensori centrali sono chiamati a fare attenzione. Con i piedi, non è niente di speciale. Ma dal punto di vista della potenza, Sforzini può farsi valere.

This post was last modified on 8 Maggio 2013 - 11:15

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redazione