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Lavagna tattica: il Torino di Ventura

Dopo la trasferta di Napoli, una gara “ciliegina” del bel momento rossonero, il Milan torna ad affrontare una partita abbordabile. E, paradossalmente, torna a giocare una gara che, per caratteristiche, potrebbe creare più problemi del San Paolo. Perché il Torino di Ventura, al netto di una condizione fisica, psicologica e ambientale tutt’altro che eccezionale, è un avversario ostico e temibile. I risultati poco brillanti dell’ultimo periodo e i pruriti di parte della tifoseria contro il tecnico non devono ingannare: i granata sono squadra di buoni valori, con un gioco collaudato e un’identità definita, frutto di un importante lavoro lungo cinque anni. E, soprattutto, il Toro ha le caratteristiche tecnico-tattiche giuste per provare a mettere in difficoltà i ragazzi di Mihajlovic.

Eh sì perché il Diavolo, esaltante e sorprendente contro squadre aperte e “quotate”, ha steccato contro avversari di caratura inferiore. E anche Ventura, con il suo Torino, è destinato a mettere in difficoltà i rossoneri. I capisaldi del tecnico genovese sono la ricerca ossessiva del gioco palla a terra (buttare il pallone, anche dal portiere, è vietatissimo) ma lo schieramento tattico sarà il più adatto a non concedere spazi. Il 3-5-2 granata, con il collaudato trio centrale Maksimovic-Glik-Moretti e i vigorosi esterni Zappacosta e Peres, starà basso cercando di non lasciare campo ai velocisti rossoneri. In particolare, per Bacca e Niang potrà essere sulla carta una gara non semplicissima per la mancanza di campo da “aggredire”. Sarà cruciale, per aiutare e assistere le punte, il lavoro dei palleggiatori in mediana: Bertolacci, Honda e Bonaventura dovranno essere bravi ad apparecchiare per Bacca e Niang, giocoforza in difficoltà per le poche chance a campo aperto che avranno a disposizione.

Oltre al tema tattico, però, c’è il rovescio della medaglia a favore del Milan. I ragazzi di Mihajlovic sono in un vero e proprio stato di grazia dal punto di vista fisico e mentale: una condizione maturata a suon di punti e prestazioni maiuscole. Imporre il proprio gioco, dopo settimane di crescita esponenziale, potrebbe essere più semplice rispetto a quanto accaduto nel recente passato: tra le brutte gare contro Carpi, Verona e Bologna e oggi ci sono un’autostima, una consapevolezza e una solidità mentale totalmente differente. Sarà importante vincere i duelli contro l’eterogenea mediana Acquah-Vives-Baselli (l’assenza dell’equilibratore e regista Montolivo può pesare) ed evitare cali di concentrazione contro il temibile e mobile duo d’attacco Immobile-Belotti: lo sprinter Zapata sarà chiamato a un’altra grande prova di solidità mentale. Ma, soprattutto, il Milan dovrà aggredire il match sin dal 1′ e sbloccare presto la gara: giocare in vantaggio dall’inizio porterebbe il Toro a lasciare spazi devastanti per i tanti rossoneri di “gamba” e inserimento.

This post was last modified on 27 Febbraio 2016 - 15:22

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redazione