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Il “10” che non c’è. Brocchi, il Milan e il dilemma trequartista

Evviva il calcio romantico dei “10”. L’avvento di Brocchi, oltre alla volontà (o forse sarebbe meglio velleità) filosofica di avere un Milan padrone del campo e del gioco, ha riportato al centro del villaggio un altro caposaldo rossonero: il trequartista dietro due punte vere. Il modulo da sempre prediletto di Silvio Berlusconi che, ai tempi di Ancelotti, portò in dote successi in Italia, in Europa e nel mondo, oltre a un gioco in linea con le esigenze presidenziali di convincere e di divertire. Il nuovo mister milanista ha da subito puntato sul rombo, convinto che sia il modulo migliore per proporre la propria idea di calcio e che la squadra abbia in Bonaventura, Honda e altri elementi dei “giocatori ideali” per il ruolo.

Ma il campo, per ora, ha parlato diversamente. Tre partite, tre trequartisti, stesso risultato: il 4-3-1-2 convince poco sia in fase di non possesso palla sia in fase di proposizione e creazione del gioco. Se Bonaventura a Genova ha giocato una partita tra alti e bassi (solo qualche guizzo nella ripresa gli ha consentito di arrivare alla sufficienza) e Honda contro l’Hellas ha mostrato il suo proverbiale mix di intelligenza e sacrificio (se solo avesse più gamba…), Boateng ha palesato una condizione fisica talmente precaria che ne sconsiglia l’utilizzo. Di fatto, manca un vero “10” di classe, estro e progressione, un po’ alla Saponara. E il trequartista, con questo modulo, ha importanza fondamentale nel cambiare il passo della squadra, nell’innescare le punte e nel creare superiorità numerica in ogni zona del campo col movimento continuo senza palla: se manca o defìcita, il rombo non può che soffrire.

Il futuro milanista parlerà ancora la lingua del “10”? Probabile. A tre giornate dalla fine del campionato e a ventidue giorni dalla finale di Coppa Italia, Brocchi non potrà fare diversamente che insistere su questa via. Ma il trequartista, per questo Milan 2015/2016, resta un equivoco di fondo importante. Domenica, con Bonaventura ancora ko, toccherà di nuovo a Honda innescare il duo Bacca-Balotelli: il giapponese avrà un’altra chance per dimostrare nei fatti di essere un rifinitore. Un Menez mezza punta? Idea suggestiva se fosse al 100%, sconsigliata dalla ragione in questo momento. Anche Mihajlovic aveva provato a puntare sul 4-3-1-2, raccogliendo tuttavia pessimi risultati prima di virare sul 4-3-3: il Diavolo col rombo, a detta del serbo, non era “né carne né pesce“, incapace sia di difendersi con ordine sia di attaccare con profitto. Che abbia ragione Sinisa?

This post was last modified on 29 Aprile 2016 - 20:50