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10 buoni motivi per non vendere Manuel Locatelli

Sembra ieri. Bomba dalla destra, palla che fluttua, scheggia la traversa: gol. Poi la corsa, le braccia aperte e la faccia di chi ha ancora oscilla fra sogno e realtà. E’ passato un anno e qualche mese da quella meraviglia che castigò la Juve di Buffon e compagni. Oggi Manuel Locatelli, allora appena diciottenne, ha ufficialmente vent’anni, e da quella notte dell’ottobre 2016 è cambiato troppo poco. Il Milan ci deve puntare, perché Locatelli non è uno dei tanti, ma molto di più. Di seguito, dunque, dieci motivi per cui sarebbe cosa buona e giusta credere in lui.

1 CARTA D’IDENTITA’

La carta d’identità gioca indubbiamente a favore del 73 rossonero. Oggi compie vent’anni ed è già un centrocampista di livello. Col tempo, facendolo giocare, andrà inevitabilmente migliorando: uno come lui può essere un pilastro per il futuro.

2 CANTERANO

Il ragazzo si è fatto tutta la trafila delle giovanili, dagli esordienti alla primavera: è in rossonero da nove anni. E la cosa conta da due punti di vista: l’attaccamento alla maglia, naturalmente più forte, in primis. Poi, più praticamente, per i requisiti che da qualche anno le rose di Serie A devono rispettare: obbligatori quattro elementi cresciuti nel proprio settore giovanile, o formati in Italia.

3 CUORE ROSSONERO

Un po’ perché al Milan ci è cresciuto, un po’ perché col Milan nel cuore ci è nato, Manuel in campo ci mette quel pizzico di cuore in più, che solo chi gioca per la squadra che ama conosce.

4 RUOLO

Al Milan di oggi un centrocampista come Locatelli serve. Uno che abbia capacità di inserimento, facilità di tiro e fisicità. Per certi aspetti assomiglia a Montolivo, peccato abbia una decina di anni meno e tanti polmoni in più.

5 QUALITA’

Quasi superfluo sottolinearne l’essenza: la qualità. Manuel ha i piedi buoni, a dir poco, cosa sempre assai gradita. Ha le geometrie del regista, il lancio del mediano e il controllo palla del trequartista: tutto ancora migliorabile, certo, ma parliamo di un ventenne.

6 POTENZIALE

E’ chiaro che una buona porzione del suo repertorio non sia ancora stata scoperta. E’ altrettanto chiaro che il Manuel Locatelli visto sinora sia un giocatore dal potenziale enorme: indiscutibilmente futuribile. Due cose da migliorare: mettere su peso e disciplinarsi in campo (serve esperienza ovviamente).

7 PERSONALITA’

Manuel è un giocatore di personalità, di carattere. Lo si vede in campo, perché i registi che giocano come lui, a vent’anni, si contano sulle dita di una mano.

8 CUTRONE

Patrick e Manuel sono classe ’98, compagni di squadra per tutte le giovanili e con la passione comune del Milan. Li divide solo il ruolo: uno costruisce, l’altro conclude. Il feeling che hanno là fuori si sente parecchio pure dentro il campo. E con il 63 ormai stabilmente titolare, dare più chance a chi sa bene come innescarlo non sarebbe una cattiva mossa.

9 CRISTANTE DOCET

Sull’addio di Locatelli si sta vociferando parecchio. “Va all’Udinese per Jankto”“No, alla Spal per fare esperienza” “Ma va! Resta al Milan e va via a giugno”. E migliaia di altre ipotesi. Ecco, in questo senso la società Milan deve stare molto attenta a non incappare in un Cristante 3.0 (il 2.0 è Verdi). Ai ragazzi come Manuel va dato spazio, minuti, tempo. Tenerlo a scaldare la panca è inutile, mandarlo via per qualche danaro sarebbe sacrilego.

10 PREDESTINATO

Quelli come Manuel Locatelli sono dei predestinati. L’esordio, contro una grande come la Roma, da titolare. Il primo gol, altra meraviglia, 3-3 di quel favoloso poker al Sassuolo. La consacrazione, in quella notte di San Siro, nella porta di Buffon. Perché quelli come lui, no, non sono normali.

This post was last modified on 9 Gennaio 2018 - 15:30

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redazione