Una finta esultanza per un vero amore

Eh già, per un attimo siamo rimasti davvero tutti attoniti: perchè, qualche minuto dopo la rete di Kevin Prince, gran parte del popolo di San Siro ha esultato. Pareggio del Cesena? Magari! La realtà, quasi commovente, in questo caso supera la fantasia. Le grida di gioia, infatti, non erano che un modo per tenere alto il morale della nostra squadra: simulare il pareggio della squadra di Beretta, infatti, significava garantire morale e concentrazione fino alla fine. Davvero un bel gesto: indipendentemente dalle polemiche per i biglietti invenduti per il derby, per l’ambiente forse un po’ scarico c’è ancora una fetta ampia della tifoseria che a questo scudetto ci crede. Eccome.

Parlando della partita in senso stretto, c’è poco da dire: bentornato Kevin Prince, era ora! Dopo una partita sofferta, quanto mai difficile sia sotto il profilo fisico che mentale, ci voleva il ruggito del nostro Principe, entrato nella ripresa, per sbloccare una situazione che iniziava a farsi incandescente.

Prestazione corale della squadra? Piuttosto scialba, nonostante la vittoria. Troppi uomini importanti appaiono in condizione fisica precaria, la manovra troppo spesso macchinosa o comunque imperniata su lanci lunghi che diventano facilmente preda del portiere. Delude ancora Ibra, troppo spesso anticipato dalla difesa rossoblu (la peggiore del campionato), delude ancora Emanuelson, uno dei più grandi misteri della gestione Allegri.

Cosa serve d’ora in poi? Più convinzione, più determinazione,  più voglia di vincere. Anche oggi, infatti, i punti sono apparsi tutt’altro che in cassaforte fino all’ultimo: nemmeno l’espulsione per doppia ammonizione del genoano Jankovic aveva rotto davvero gli equilibri. La Juve questo scudetto non lo ha ancora vinto: prima ce ne convinceremo tutti, meglio sarà.

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