La morsa del Boa si è affievolita. Basterà il 2013 e un nuovo compagno di reparto per rinascere?

A. Sironi – Caporedattore SpazioMilan.it

Si sta per chiudere l’anno e, come sempre, si tira una riga e si iniziano a fare i bilanci. Nel Milan che decide di avere finito la pazienza con Alexandre Pato c’è invece spazio per Kevin Prince Boateng, il giocatore, che dopo il Papero, ha più di tutti deluso in questo 2012. Via il sempre infortunato brasiliano che spesso attirava su di sé critiche più o meno giuste, e anche, probabilmente “il mangia-gol” Robinho, resta praticamente solo l’ex numero 27 ad aver giocato da protagonista l’ultimo campionato vinto mostrando qualità fuori dal comune.

Ora però la morsa del Boa non funziona più. Che si scelga quindi la posizione in campo più congeniale per il ghanese che, nonostante i buoni propositi, anche in questi primi 5 mesi di campionato, non è stato né carne, né pesce. Lui si sente trequartista, ma in quella posizione (Allegri lo ha capito) non ci può più giocare e il perché è lo stesso giocatore ad ammetterlo: “Non c’ è più un attaccante come Ibrahimovic, grazie al quale giocatori come me e Nocerino avevano più spazi e quindi più possibilità di segnare. Ora è più difficile”. Anche da attaccante esterno sta funzionando poco e niente. Per non parlare poi del suggerimento presidenziale di provarlo da attaccante centrale che ha prodotto solo un falso nove alla spagnola che si nasconde e tocca pochi palloni.

Boa resta di nome, di fatto servirà forse riportarlo alle origini da centrocampista e sperare che in questi anni un po’ di disciplina tattica la abbia immagazzinata. Ve lo ricordate nelle prime partite in rossonero? Tanta corsa sì, ma soprattutto in avanti e a discapito della fase difensiva. Lui suggerisce “un nuovo Ibra”, sarebbe questa la cura a tutti i suoi mali. Galliani lavora a Drogba e impliciamente accetta il consiglio del suo 10, sperando poi di trarne benefici.

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