I soldi ci sono, da spendere bene

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Silvio Berlusconi vede una squadra “ineccepibile”. Almeno dal punto di vista organizzativo. D’altronde si era già capito alla presentazione, a Casa Milan, che tra il presidente e Sinisa Mihajlovic ci fosse una buona sintonia. Certo, siamo solo agli inizi, ma è pur sempre un punto di partenza giusto. Bisogna ora capire se dietro quell’ineccepibile non si celi una sorta di ritornello del tipo “siamo già forti così”.

Il mercato rossonero non può e non deve considerarsi concluso con gli arrivi di Luiz Adriano, Bertolacci e Bacca. Sono stati spesi soldi importanti, ma è imprescindibile il rafforzamento ulteriore della difesa e la caccia a qualche occasione sotto l’ombrellone agostano. Il test amichevole di Lione, pur con l’attenuante di una evidente differenza di preparazione tra il Milan e i transalpini, ha evidenziato ulteriormente la necessità di puntellare la retroguardia.

In quest’ottica i trenta milioni pretesi dalla Roma per Alessio Romagnoli sono un sproposito, certificato pure dalla prestazione del giocatore in amichevole contro il Manchester City. Eppure i soldi, qualora venissero ceduti anche Cerci, Menez e Alex, non sarebbero un grande problema. Sembra che Adriano Galliani si stia muovendo con una disponibilità di esborso totale pari a 150 milioni tra cartellini e ingaggi, grazie ai fondi che verranno iniettati da Mr. Bee. Considerando quanto già recuperato con El Shaarawy, qualche colpo è ancora in canna. Quello “mortale” resta sempre lo svedese che sta di casa (momentaneamente) a Parigi.

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