Tra le cessioni necessarie e la nostalgia del Milan di Berlusconi

Immobile. Il Milan, in questa prima settimana di calciomercato invernale, non ha praticamente mosso un dito. Seguendo, di fatto, il trend delle altre big di Serie A: l’annunciato ritorno di Boateng e la preventivata cessione di Suso sono stati gli unici sussulti di una finestra di trattative ancora congelata. Giornali e media si sono scatenati avvicinando ai rossoneri i nomi più disparati, ma Galliani per ora è rimasto in una posizione più che attendista: Fellaini, Candreva, Caceres e il solito Witsel sono alcuni tra i profili monitorati in via Aldo Rossi, ma nulla è sfociato in una vera e propria trattativa. Il Diavolo è fermo: una situazione non propriamente ottimale, in virtù dei parecchi difetti da correggere della rosa, anche se tre settimane abbondanti prima del gong di chiusura sono un tempo più che sufficiente per cercare di piazzare una o più operazioni in entrata.

L’identikit del colpo prioritario è ben noto: serve un centrocampista di qualità, personalità e fisicità in grado di cambiare faccia al reparto. I sogni sono i già citati Witsel e Fellaini: mediani completi, d’esperienza e riconosciuto valore internazionale, e per questo anche decisamente costosi e complicati. La pista low cost sembrava rappresentata da Ever Banega, in scadenza a giugno con il Siviglia, ma le ultime indiscrezioni parlano di una trattativa in corso con gli andalusi per il rinnovo: un eventualità che lo allontana dal Milan. Se sulla fascia il giocatore ideale sarebbe Candreva (la bottega di Lotito è però estremamente cara), le migliori occasioni a parametro zero sono in difesa: gli esperti e duttili Ivanovic e Caceres potrebbero fare decisamente comodo ai rossoneri, che a giugno vedranno partire per fine contratto i vari Alex, Mexes e Zapata e dovranno necessariamente rinfrescare la retroguardia.

Ad ogni modo, ogni colpo in entrata non potrà che prescindere da uno in uscita. 28 giocatori per Serie A e Coppa Italia sono tanti: il “se non esce nessuno non entra nessuno” tanto caro a Galliani varrà anche per questo inverno 2016. Senza sottovalutare la situazione relativa all’allenatore: l’eventuale esonero di Mihajlovic potrebbe scompigliare le carte e far rivedere priorità ed esigenze tecniche della rosa. Anche se, in ogni caso, l’urgenza principale sembra proprio quella di portare a Milanello un centrocampista di tecnica, cambio di passo e carisma, che possa diventare il leader tecnico e caratteriale della squadra. A patto, ovviamente, che qualcuno svesta la maglia rossonera. È anche e soprattutto sul mercato che è lontana anni luce la filosofia calcistica dell’epopea di Silvio Berlusconi, in cui si comprava solo per “indebolire” gli avversari (vedi De Napoli) o per il gusto di tenere in panchina il Pallone d’oro in carica, come accadde con Papin. Caro e vecchio Milan, quanto ci manchi…

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