Gancikoff sarà il nuovo AD, ma Galliani non lascia (anzi): 400 milioni in 3 anni

Lo spartiacque fra il Milan e i cinesi è stato Montella, quando Berlusconi ha implicitamente accettato il cambio di guardia dopo aver accontentato le pressioni orientali che spingevano per l’ex Samp e quindi rinunciato a Brocchi. Verrà firmato la prossima settimana il preliminare per la cessione dell’80% della società rossonera al consorzio formato da 4-5 aziende del Dragone, anche se i nomi ancora non si conoscono chiaramente. Ma da qui al closing del (massimo) 30 settembre – lo impongono le regole ferree al momento dell’effettivo passaggio di quote – sarà inevitabile pubblicare la loro precisa identità.

A parte il primo protagonista, l’advisor Sal Galatioto, la cordata è rappresentata dal referente Nicholas Gancikoff il quale, 42 anni con studi a Oxford e master alla Columbia University (dove ha conosciuto proprio l’italo-americano), specialista in costruzione e gestione di stadi con la sua Sports Investment Group, diventerà il nuovo amministratore delegato. Dunque l’uomo forte del made in China. Galliani resterà e, spiega La Gazzetta dello Sport, potrebbe mantenere la carica di vicepresidente esecutivo, la responsabilità dell’area tecnica e la delega sui rapporti con le istituzioni sportive. La volontà, infatti, è di non privarsi del dirigente che continua a possedere un peso specifico notevole all’interno dei palazzi del potere calcistico. Ma se ci sarà un nuovo AD a cui riferire è chiaro come la governance milanista muterà rispetto al passato. Lo si sta sperimentando in questo momento, allenatore in primis: le scelte tecniche e il mercato vengono condivise.

A livello finanziario, l’impegno dei compratori è ingente. A Fininvest andranno 400-500 milioni per vendere la maggioranza, sommandone 200 per i debiti e 400 di versamenti in conto capitale da spendere negli anni. Fanno poco più di un miliardo. Silvio ha preteso che parte dell’esborso finisse nelle casse del club in modo da garantirgli solidità e ambizioni, condizione avallata dai cinesi perché hanno tenuto conto del valore globale del brand e quindi del ritorno dell’investimento in uno scenario molto più competitivo di quello attuale. L’ex Cavaliere manterrà il 20%, così ha ordinato il supporto dei famosi 400 milioni da spendere nei prossimi 3 anni (non 2, come dichiarato ieri): soldi che non andranno solo nella campagna acquisti ma daranno pure respiro al bilancio di via Aldo Rossi (nel 2014 persi 91 milioni e nel 2015 87, l’anno scorso Fininvest ha ripianato mettendo 150 milioni e nemmeno quest’anno la squadra fa le coppe). Da Pechino non aspetteranno gennaio per intervenire: già adesso – attraverso delle obbligazioni previste in questo periodo intermedio – il mercato regalerà colpi da novanta, anzi da cento come il budget a disposizione nell’immediato.

barbara berlusconi gallianiL’avvento dei cinesi schiuderà al Diavolo nuove opportunità commerciali. Di sicuro il progetto è di aumentare il fatturato nei segmenti del marketing e del merchandising, consentendo di migliorare i conti per il fair play Uefa. C’è tempo fino a dicembre per siglare il voluntary agreement per la stagione 2017-2018. Tradotto: il Milan può permettere agli azionisti in arrivo di procedere con gli affari che produrranno un disavanzo iniziale, a patto di raggiungere il pareggio nei tempi prestabiliti.

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