Onore ai presenti

Si è conclusa un’altra settimana molto intensa in casa Milan, una settimana che ha visto una progressiva ripresa dal punto di vista del gioco e dei risultati, ma che ha lasciato in eredità ancora seri infortuni. Alle fondamentali pedine già ferme in infermeria, si è aggiunto, infatti, anche lo stop di Pato, infortunatosi nel corso del match contro l’Udinese. Scelte obbligate, dunque, per mister Allegri, che si sta comportando egregiamente, così come stanno rispondendo in maniera ottimale i pochi giocatori rimasti a sua disposizione.

Cominciamo la nostra analisi dal tema principale di questo settembre rossonero, quello degli infortuni. Lungi dal voler essere ripetitivi, non si può non porre al centro di ogni analisi inerente il mondo milanista il problema dell’infermeria strapiena. È indubbio che avere fermi ai box gente come Ibra, Robinho, i due Boateng, Gattuso, Flamini, Ambrosini, Mexes e, adesso, anche Pato non può certo giovare alla causa rossonera. Una calamità abbattutasi sul Diavolo proprio in un mese che ci ha visto sfidare squadre di primo livello, sia in campo nazionale (Lazio, Napoli, Udinese e, fra una settimana, Juventus) che internazionale (Barcellona). Raramente si è vista una squadra che deve presentarsi a una sfida di Champions con un solo attaccante disponibile nell’intera rosa di convocati. Un trend decisamente IN RIBASSO

Se la squadra rossonera è falcidiata dagli infortuni, ma continua a “resistere” e inizia a produrre gioco e punti, è merito del grande lavoro di sacrificio fatto da “quelli che restano” a disposizione, su tutti Clarence Seedorf e Antonio Cassano. Dopo la prova insufficiente fornita contro il Napoli, i due campioni hanno preso letteralmente per mano la squadra e l’hanno trascinata verso due buone prestazioni, che hanno fruttato un punto contro la temibilissima Udinese e il bottino pieno contro il Cesena. Hanno illuminato le due notti di San Siro a suon di grandi giocate, facendo aumentare anche l’autostima dei propri compagni di squadra e contribuendo a lanciare El Sharaawy. Insomma, stanno facendo sentire poco la mancanza dei loro illustri colleghi. IN RIALZO

Se “quelli che restano” non fanno rimpiangere tanto quelli che mancano, a far disperare gran parte dei tifosi rossoneri e forse anche buona parte dei dirigenti è l’ultimo recuperato in ordine di tempo: Taye . Il terzino nigeriano non ha ancora fornito una prestazione degna del suo talento, un talento che indubbiamente esiste, vista l’eccellente stagione scorsa con la maglia del Marsiglia, ma che fatica a sbocciare nel campionato italiano. Problemi di ambientamento, lo stop forzato di un mese, si è parlato anche di timidezza. Non sappiamo quale sia il motivo delle sue prime opache prestazioni in rossonero. Di sicuro ci si aspetta molto da lui, forse ha bisogno di tempo. Purtroppo, però, di tempo non ce n’è tantissimo. Si deve ritrovare, e anche in fretta. IN RIBASSO

Una nota di merito, infine, va senza dubbio concessa a mister Massimiliano Allegri. Troppo in fretta ci si è dimenticati che questo giovanissimo tecnico ha riportato lo scudetto in via Turati dopo sette anni di assenza, ha interrotto l’assoluto dominio dell’Inter e ha dato al Milan una mentalità e un’identità di gioco assolutamente nuova e convincente. E il tutto alla “tenera” età di 44 anni e alla prima esperienza sulla panchina di una delle squadre più vincenti della storia del calcio. Sono bastati alcuni risultati poco convincenti perché alcuni (non molti, a dire il vero) lo seppellissero di critiche, dimenticandosi che sta tenendo in piedi una squadra devastata dagli infortuni. Fatichiamo a scorgere una sua scelta errata in questo mese; in diverse occasioni ha dovuto inventarsi la formazione da mettere in campo e non crediamo lo abbia fatto in maniera sbagliata. E la sconfitta di Napoli non è a lui imputabile. Finora ha fatto più che bene. È, e rimane, decisamente, IN RIALZO.

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