Il rinvio disposto, non più di qualche ora fa, dalla UEFA sulla decisione in merito al voluntary agreement presentato dal Milan, deve esser considerato dal popolo rossonero come un piccolo trionfo.
Il responso interlocutorio emesso ieri dai palazzi di Nyon concede, infatti, ancora qualche mese di ossigeno alla società di via Aldo Rossi, rinviando la valutazione definitiva a fine anno, quando il business plan presentato dall’a.d. Marco Fassone sarà esaminato con maggiore dovizia di particolari. Il Milan spera possa essere accettato questo regime di “auto-denuncia”, grazie al quale eviterebbe le sanzioni pesanti promananti dal settlement agreement e potrebbe ancora continuare a investire, con una certa serenità, sul mercato.

La decisione della Commissione, secondo le indiscrezioni riferite dall’edizione odierna de Il Corriere della Sera, non sarebbe stata, peraltro, adottato all’unanimità, essendo emersa una spaccatura tra i 7 membri UEFA, in merito al dossier Milan. Alcuni di loro avrebbero, infatti, accolto immediatamente la richiesta dei rossoneri, altri, invece, poco convinti, avrebbero proposto finanche la bocciatura del business plan e la retrocessione del club al regime di pareggio di bilancio.

Tutto ciò ha comportato un altro (l’ennesimo) rinvio per giungere a una risposta definitiva, con la speranza che venti favorevoli possano soffiare dalla Svizzera.