Quell’incurabile male di scontri diretti. Milan, così non si va da nessuna parte

Non ci vuole sicuramente un genio per comprendere l’importanza degli scontri diretti ai fini della classifica finale, ma evidentemente ciò non è molto chiaro all’attuale Milan, che ogniqualvolta si trova di fronte ad una squadra di livello anche solo leggermente superiore, subisce una sorta di blocco psicofisico e mentale che lo fa apparire nettamente inferiore all’avversario.

Le statistiche dei rossoneri contro le big del nostro campionato sono impietose: in 5 gare, Sampdoria esclusa, la squadra di Montella (sempre più in bilico) ha collezionato altrettante sconfitte, subendo ben 13 reti e mettendone a segno solo 4, oggettivamente troppo poco per una squadra che ad inizio campionato ambiva ad un posto in Champions League, obiettivo che a questo punto della stagione appare quanto mai compromesso. Questi dati non fanno altro che evidenziare l’ampio divario presente tra i rossoneri ed i team di alta fascia del nostro campionato, che viaggiano a medie punti da record ed appaiono superiori al Diavolo sotto ogni aspetto, dal piano mentale a quello del gioco, passando per constanza di rendimento e capacità realizzativa.

A questo punto bisognerà (nuovamente) ripartire tenendo ciò che di buono è stato fatto fino ad ora, e se fino ad un mese fa la scusa del poco tempo a disposizione poteva tranquillizzare Montella, ora non può più farlo, perché il Milan dopo tre mesi di lavoro appare ancora senza identità, personalità ed idee di gioco, e di questo passo il futuro non potrà che riservare brutte sorprese ad un Diavolo in profonda crisi.

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