Pato e il tabù San Siro in Champions

Può sembrare un paradosso, e forse un po’ lo è. Parliamo di casualità, di occasioni. Ma i dati sono sotto l’occhio di tutti: l’attaccante che segna un gol ogni due partite, Alexandre Pato, in Champions League, a San Siro, è ancora a secco di realizzazioni. Le sue gloriose esultenze spagnole, al Bernabeu di Madrid e al Camp Nou di Barcellona, ce le abbiamo ancora impresse in testa e difficilmente andranno via: ma un’esultanza sotto la Curva Sud nella Scala del Calcio?

E il ricordo torna ancora a quella sera di metà settembre quando uno missile, partito palla al piede, tagliò a metà la difesa del Barcellona e, freddo come la neve, infilò quel pallone sotto la gambe di Victor Valdes e ci portò, per una bella mezz’ora, in paradiso. E ancora quella doppietta nella capitale spagnola ai danni di un Real galacticos con gli arrivi di Cristiano Ronaldo e Kakà, impauriti davanti al Milan di Leonardo che sbarcò Madrid proprio grazie a una doppietta del Papero. Il primo, sul lanco di Ambrosini, su un gol da insegnare nelle scuole calcio: Pato, davanti a Casillas, lascia scorrere il pallone e supera il numero uno spagnolo con uno spendido tocco sotto. Il secondo è invece il coronamento di un’azione da Oscar: la inizia proprio lui, poi Dinho al limite dell’area apre sulla sinistra per Seedorf. Alza la testa, i blancos lasciano da solo Pato sulla sinistra e il Papero non perdona: Seedorf pennella un cross al bacio che gridava solo “spingimi dentro” e Pato la spinge, fecendo volare il Diavolo in paradiso.

Un gol che Pato, adesso che è tornato arruabile, sembra dietro l’angolo. Il ritorno a Firenze può far solo ben sperare, con il brasiliano che non ha trovato la gioia del gol solo per un grande Boruc e uno sfortunato palo. Un gol che tutti i tifosi rossoneri aspettano, un gol che potrebbe cambiare la sua stagione e quella del Milan, un gol che la Sud aspetta di festeggiare stasera.

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